Nel giorno delle celebrazioni del 25 aprile, Giorgio Napolitano vuole "liberarsi" di Beppe Grillo. Nel suo intervento in piazza del Popolo a Pesaro, il capo dello Stato non cita mai il comico genovese. Ma è difficile non pensare che il convitato di pietra sia lui.
Perché l'attacco che il presidente della Repubblica muove nei confronti dell'antipolitica è di quelli vigorosi. Un attacco che arriva in un giorno ad alto contenuto simbolico per il nostro paese. Un attacco tardivo, ché il leader del movimento 5 stelle non lo si scopre solo adesso, ma comunque sintomatico del momento politico che stiamo vivendo.
Perché mai come adesso i grillini hanno goduto di un consenso elettorale così ampio (i sondaggi danno il movimento 5 stelle al terzo posto dopo Pdl e Pd). Perché mai come adesso il Partito democratico, Bersani, Vendola e chi più ne ha più ne metta si sono svegliati dal torpore e si sono scagliati contro Grillo.
E allora, puntuale, è arrivato il monito di Giorgio Napolitano. "Ci si fermi a ricordare e a riflettere prima di scagliarsi contro la politica", ha tuonato il capo dello Stato, spiegando meglio il suo pensiero.
"Diversi partiti dalla Resistenza in poi sono scomparsi, altri si sono strasformati, ne sono nati di nuovi e tutti hanno mostrato limiti e compiuto errori, ma rifiutarli in quanto tali dove mai può portare?".
Per il presidente della Repubblica, bisogna "varare una nuova legge elettorale che restituisca ai cittadini la possibilità di scegliere i loro rappresentanti, e non di votare dei nominati dai capi dei partiti" e "occorre impegnarsi perché dove si è creato del marcio venga estirpato, perché i partiti ritrovino slancio ideale, tensione morale, capacità nuova di proposta e di governo", ma voler spazzare via in toto i partiti è un'altra cosa.
Al contrario, "la politica, i partiti, debbono, rinnovandosi decisamente, fare la loro parte nel cercare e concretizzare risposte ai problemi più acuti confrontandosi col governo fino alla conclusione naturale della legislatura".
L'affondo continua e contribuisce sempre di più a dissipare i dubbi sul soggetto di riferimento. "Oggi cresce la polemica con rabbia e si prendono come bersaglio i partiti come se fossero un agente inquinante. Ma rifiutare i partiti in quanto tali dove può portare? Nulla può sostituire i partiti".
Insomma, per il capo dello Stato non bisogna "abbandonarsi a una cieca sfiducia nei partiti come se nessun rinnovamento fosse possibile, e senza finire per dar fiato a qualche demagogo di turno".
Napolitano ha fatto poi un tuffo nel passato e ha spiegato che la campagna contro i partiti cominciò presto e il primo demagogo "fu il fondatore del movimento dell'Uomo qualunque, un movimento che divenne naturalmente anche esso un partito e poi, in breve tempo, sparì senza lasciare alcuna traccia positiva per la politica e per il Paese". Guglielmo Giannini come Beppe Grillo?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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