"Come in tutto il mondo, le migrazioni sono un fatto, non un'emergenza". Le parole pronunciate nelle scorse ore dal sindaco di Milano, Beppe Sala, hanno innescato polemiche e fatto infuriare la Lega. In un momento in cui la città della Madonnina è attraversata da un'emergenza sicurezza confermata anche dalla recente cronaca, il partito di Matteo Salvini non ha infatti perdonato al politico dem quelle considerazioni ritenute disattente alle problematiche che quotidianamente interessano il capoluogo lombardo.
"Mi chiedo in quale realtà viva il sindaco Sala e come possa fare simili affermazioni, soprattutto considerando i numerosi episodi di cronaca milanese che vedono protagonisti cittadini stranieri, dai fatti di Capodanno alle rivolte del quartiere Corvetto", ha dunque attaccato l'europarlamentare leghista Isabella Tovaglieri, definendo "sconcertante" l'intervista rilasciata dal primo cittadino milanese. "Per fortuna - ha aggiunto velenosamente l'esponente del Carroccio - fra poco i milanesi avranno l’opportunità di scegliere un’alternativa credibile alla sinistra buonista rappresentata da questo sindaco". In un post pubblicato sui social, infine, la stessa Tovaglieri ha definito "delirante" la suddetta dichiarazione di Sala.
"Partiamo dal presupposto che l’immigrazione va gestita, è inevitabile. Da ciò, arrendersi al fatto che l'illegalità sia permessa, è tutta un'altra storia", aveva affermato il sindaco di Milano nell'intervista diventata poi oggetto di polemica. Nella medesima conversazione, aveva anche fatto riferimento all'utilità degli immigrati. "Io ogni volta che mi rivolgo ad un mio concittadino o concittadina dico: 'Prova a immaginare la tua vita senza queste persone” perché ti fa comodo avere chi ti porta a casa la cena, chi ti fa la puntura in ospedale, chi si prende cura di tua madre o di tuo padre'", aveva argomentato, confondendo però i piani.
Il problema a Milano, così come nel resto d'Europa, non sono infatti i migranti che si integrano, lavorano e vivono rispettando le leggi. Nessuna persona di buon senso ha infatti nulla da dire sulla loro presenza. Il problema sono piuttosto quegli stranieri - spesso di seconda generazione - che rifiutano l'integrazione e che anzi rivendicano di vivere ai limiti della legalità. Nei mesi scorsi, il ministro degli Interni Matteo Piantedosi aveva fornito alcuni dati significativi al riguardo.
"Il fatto che nell'area metropolitana di Milano, che vede circa il 20% di popolazione immigrata residente, fino al 65% di reati siano commessi da popolazione straniera, vuol dire che c'è un disagio rispetto a una integrazione, che va seguita e migliorata", aveva detto il capo del Viminale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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