“Quando ho accettato di guidare la nazione sapevo esattamente a cosa sarei andata incontro”. Giorgia Meloni, intervenendo a La Ripartenza, l’evento organizzato dal Giornale, conferma di non volere “mollare di un millimetro” e di voler continuare“la battaglia per un'Italia normale per cui una persona perbene non debba avere paura della giustizia, del fisco, della burocrazia". Il ‘caso Almasri' continua a far discutere, ma non sembra aver fatto negativamente breccia sull’opinione pubblica.
“Sicuramente influirà positivamente per la Meloni e il governo perché è un provvedimento che arriva inaspettato dopo la vicenda Salvini”, spiega a ilGiornale.it Carlo Buttaroni, fondatore di Tecné che precisa: “un conto è parlare del reato che commette un politico e un altro discorso è un politico che commette un atto politico”. Inoltre, un avviso di garanzia, un’indagine o un processo non fanno più presa sull’elettorato come nei primi anni ’90.
“Oggi c'è meno effervescenza nei cittadini per gli avvisi di garanza perché non c’è più la correlazione tra avviso di garanzia e colpevolezza dell’indagato com'era ai tempi di Tangentopoli”, puntualizza il sondaggista Antonio Noto secondo cui l’avviso di garanzia rappresenta comunque un momento critico che, però, il premier è riuscito a volgere a suo favore. “Il video che Meloni tempestivamente ha messo online ha fatto sì che il suo contro-racconto sia diventato il racconto vero e proprio. La sua versione è risultata credibile proprio perché si è rivolta direttamente ai cittadini e ci ha messo la faccia”, ha detto Noto. “Meloni ha dato la sua verità direttamente ai cittadini, anticipando i giornali, e questo nel lungo periodo può giovarle sul consenso tra l’elettorato indeciso”, ha evidenziato l’esperto, fermamente convinto che Meloni sia “bravissima a gestire la comunicazione e ad aumentare la sua reputazione”. In sostanza, al momento cambierà poco perché vicende come questa, spiegano i sondaggisti, tendono a rafforzare le opinioni degli elettori già politicamente schierati pro o contro Meloni.
È dello stesso avviso anche Renato Mannheimer: “Questa vicenda non farà altro che acuire la convinzione di chi è pro o contro la Meloni, ma non cambieranno molto le proporzioni del consenso anche perché non è una vicenda che riguarda la vita quotidiana degli italiani”. Noto, però, è convinto che “se questo tipo di legame sentimentale tra il premier e il popolo continuerà allora crescerà anche il consenso per FdI". Secondo Lorenzo Pregliasco di Youtrend “in passato, le inchieste giudiziarie hanno aiutato a compattare l’elettorato di centrodestra e presentarsi come vittime di un potere non elettivo che vuole influire sul governo del Paese ha funzionato bene per Berlusconi e credo possa rafforzare anche la Meloni”.
Chi, invece, rischia di uscirne con le ossa rotte è la magistratura. “La magistratura ha dei problemi di immagine in questo momento, mentre FdI è al 29,6%”, taglia corto Mannheimer. "Il trend della fiducia nella magistratura è in costante calo perché troppi avvisi di garanzia sono finito con assoluzioni. E, mentre prima si pensava che la magistratura non sbagliasse mai, ora non è più così”, gli fa eco Noto. “La fiducia nella magistratura dall'80% della stagione di Di Pietro, Falcone e Borsellino, è scesa al 30% e una notevole quota dei cittadini è insoddisfatta dei servizi offerti dai magistrati”, ricorda Alessandro Amadori, direttore scientifico Yoodata, che non si aspetta una grande reazione dell’elettorale mobile attorno a questa vicenda ma conferma l’esistenza di una forte polarizzazione sulla magistratura.
“È solo l’ennesima puntata sul teso rapporto tra politica e magistratura che non ha giovato neppure all’opposizione. Per l’opinione pubblica contano di più i temi ambientali, la salute o i ritardi dei treni”, sentenzia Amadori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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