Al Partito democratico va riconosciuto un merito oggettivo: riuscire a spaccarsi e a fare polemica quotidiana anche su questioni frivole. All'interno del palazzo era uno schieramento granitico ma ora, lontano dal potere politico, sta mostrando continue divisioni. A creare divergenze nelle ultime ore è il tema relativo al cambio al cambio del nome del Pd: da una parte si trova chi ritiene necessario apportare questa modifica per dare idea di un rinnovamento; dall'altra è situtato chi sostiene che sia futile occuparsene.
Schlein non esclude il nuovo nome al Pd
A lasciare un spiraglio aperto in tal senso è stata Elly Schlein, che si è mostrata disponibile a valutare un'opportunità del genere. Ma ha voluto mettere in chiaro che sarebbe una scelta da intraprendere in maniera collegiale ascoltando la base dem, senza dunque procedere in maniera verticistica. "È sicuramente un tema che può essere sottoposto agli iscritti", ha dichiarato la candidata alla segreteria del Partito democratico.
Schlein ha aggiunto che in questo momento il Congresso deve servire "innanzitutto a mettere al centro idee, contenuti e una visione chiara e coraggiosa". A riaprire la discussione in merito è stato Peppe Provenzano: il vicesegretario dem avrebbe auspicato un referendum per gli iscritti sul nuovo nome del Pd e a tal proposito ha annunciato che la richiesta verrà avanzata al prossimo gruppo dirigente.
La bordata di De Micheli
Una replica al veleno è arrivata da Paola De Micheli, anche lei in corsa per il timone del Nazareno. A suo giudizio ci sono ben altri fronti su cui focalizzare l'attenzione. Da qui la stoccata stizzita a chi chiede di modificare il nome del Pd pensando sia ormai logoro: "Con tutti i problemi che abbiamo, il tema è il cambio del nome del partito? Soltanto chi sta facendo il praticantato nel Pd poteva chiedere il cambio del nome".
A frenare è anche Stefano Bonaccini, che si dice volenteroso di illustrare il nuovo corso del Partito democratico piuttosto che perdere tempo con una discussione lunare: "Mai come oggi c'è da parlare di sostanza. Non credo che ci abbiano votati o non votati per il nome, posto che peraltro a me il nome Partito democratico piace e non lo toccherei". Sulla stessa linea Gianni Cuperlo, altro candidato, che si terrebbe stretto il nome del partito: "Mai come ora nel mondo il conflitto è tra la democrazia e ciò che vi si oppone".
Nella giornata di oggi Enrico Letta interverrà in Assemblea per illustrare il "lodo" sul Manifesto dei valori, a cui si è arrivati in seguito a una serie di interlocuzioni e trattative per sbloccare lo stallo che si era creato.
Si afferma non solo che il voto dell'Assemblea sarà "definitivo e cogente", ma anche che il Manifesto diventerà la vera e propria "base politica della nascita del nuovo Pd". Per Letta potrebbe essere l'ultimo discorso in veste di segretario del Partito democratico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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