Le Ong continuano a sentirsi sul piedistallo e a dare lezioncine all'Italia, che deve fare i conti con l'emergenza immigrazione senza l'adeguato supporto dell'Unione europea. Questa volta a frignare è Morana Milijanovic, capomissione della Louise Michel: la nave si trova in stato di fermo al porto di Lampedusa per violazioni del nuovo decreto che contiene disposizioni in materia di transito e sosta nelle acque territoriali delle navi non governative impegnate nelle operazioni di soccorso in mare.
La capomissione frigna
Milijanovic non vede di buon occhio il pugno duro contro le navi delle Ong, nei confronti di cui l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha messo in campo una vera e propria stretta mediante un nuovo sistema di sanzioni ai danni chi non rispetta le regole. La capomissione della Louise Michel, intervistata da La Repubblica, si è scagliata contro l'intento della nuova legge che a suo giudizio è molto chiaro: "Ostacolare le operazioni di soccorso della flotta civile".
Dal suo punto di vista tutto questo "sembra assurdo" perché la nave è bloccata mentre "là fuori ci sono centinaia di persone in pericolo". E ha indicato l'aumento delle morti in mare come una delle tante conseguenze. Come riportato da Local Team, anche ieri aveva denunciato che il progetto che si nasconde dietro queste decisioni sarebbe quella di "impedire attivamente che le navi capaci di soccorrere soccorrano", avendo come effetto la morte di persone in mare.
In realtà il governo non vuole affatto mettere il bastone tra le ruote a chi svolge le operazioni di salvataggio: semplicemente è stato ritenuto necessario e doveroso stabilire che le modalità di ricerca e soccorso non devono impedire di raggiungere tempestivamente il porto di sbarco e che in caso di operazioni plurime non bisogna compromettere l'obbligo di raggiungimento (senza ritardo) del porto di sbarco. Invece la Louise Michel ha portato a termine ben quattro operazioni di soccorso in 24 ore. E ora dalla nave avvertono pure: "Prenderemo tutte le misure necessarie per combattere questo fermo".
"Le Ong intralciano la Guardia Costiera"
La Guardia Costiera ha denunciato che la nave - dopo aver effettuato il primo intervento di soccorso in acque libiche - ha contravvenuto "all'impartita disposizione di raggiungere il porto di Trapani, dirigendo invece su altre tre unità di migranti". Eppure, stando a quanto riferito dall'Ansa, secondo Sos Mediterranée la posizione "sembra più motivata politicamente che tecnicamente". Ora si arriva a mettere in discussione anche la linea delle nostre autorità.
Gli uomini della Guardia Costiera ogni giorno svolgono un ruolo di grande rilievo, mettendo a rischio la propria vita per evitare che si verifichino altre tragedie in mare. Ma il loro lavoro instancabile è messo a dura prova da chi, ad esempio, finisce per inceppare i sistemi di comunicazione. Non a caso è stato fatto notare che le continue chiamate dei mezzi aerei Ong "hanno sovraccaricato i sistemi di comunicazione del Centro nazionale di coordinamento dei soccorsi, sovrapponendosi e duplicando le segnalazioni dei già presenti assetti aerei dello Stato".
Proprio su questo punto è arrivata la presa di posizione di Matteo Salvini che, a margine di un incontro a Trieste, ha rispedito al mittente le accuse contro le autorità: "È l'Italia sotto attacco, non le Ong".
Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture ha fatto riferimento proprio alle lamentele per gli ostacoli al lavoro dei nostri uomini: "Se le Ong complicano il lavoro dei nostri marinai sicuramente il problema si pone. Sicuramente l'immigrazione non può essere regolata da organismi privati finanziati da Paesi stranieri".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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