Il Pd litiga (di nuovo) sulla data del Congresso

La concomitanza con le Regionali induce alcuni settori del Pd a chiedere il rinvio del Congresso. Ed è subito scontro

Il Pd litiga (di nuovo) sulla data del Congresso

La data del congresso torna a far litigare il Pd. L'ipotesi di rinviare la competizione di una settimana, dal 19 al 26 febbraio così da distanziare il voto dalle Regionali in Lazio e Lombardia ha sollevato una ridda di dichiarazioni.

"Siamo state le prime a rivendicare l'urgenza di una data certa e a breve scadenza del congresso e adesso, a poco più di un mese, c'è chi avanza nuovamente istanze dilatorie su quello che è il principale momento di democrazia interna del Pd. Forse non ci rendiamo conto della follia di certe richieste", si legge in una nota del collettivo delle donne democratiche, promotrici di una petizione per anticipare la data del congresso, "Abbiamo aspettato anche troppo per poter eleggere una nuova segreteria", attaccano le piddine del collettivo di cui fanno parte te la varie Titti Di Salvo, Elisabetta Gualmini, Alessandra Moretti, Stefania Pezzopane, Enza Bruno Bossio, Alessia Morani, Valeria Fedeli, Chiara Gribaudo, Alessia Rotta, Patrizia Prestipino e Lorenza Bonaccorsi. "Bisogna fare presto e fare bene", scrivono le donne del Pd, convinte che "il congresso del principale partito di opposizione nel paese e in parlamento non rientra tra le varie ed eventuali, ma rappresenta un passaggio serio e ritualizzante". E concludono: "Dunque: giù le mani dal congresso". Anche lo staff di Stefano Bonaccini fa percepire una certa freddezza di fronte all'ipotesi di uno slittamento del congresso: "Noi ci siamo attenuti ai tempi stabiliti, già piuttosto lunghi". Solo Matteo Ricci fa notare: "Anche per questo avevo chiesto di anticipare" a gennaio, "sapevo che alla fine si rischiava di ritardare. Il 19 è una settimana dopo le regionali...".

Gianni Cuperlo, invece, si mostra possibilista e rinvia la decisione finale a Enrico Letta:"Possiamo cambiare molte cose, - dice - ma non il calendario. Il 12 e 13 febbraio vanno al voto due regioni importanti di questo paese, la Lombardia e il Lazio. La priorità è sostenere Pier Francesco Majorino e Alessio D'Amato". Il deputato Pd, senza troppi peli sulla lingua, commenta:"Aver sovrapposto il congresso a un appuntamento elettorale così importante non è stata una scelta brillante, a questo punto l'appello è perché in quelle realtà la campagna elettorale sia l'impegno di tutti e insieme si possa fare di questo congresso il momento di verità che da troppi anni abbiamo rinviato". E mentre Elly Schlein non si pronuncia sul tema, l'ex ministra Paola De Micheli si dice favorevole:"Se ne è parlato solo nelle riunioni informali.

Io sono d'accordo e lo sto dicendo da mesi: ci sono ragioni di opportunità politica per non sovrapporre il congresso del Partito democratico alle regionali, e quindi celebrare le primarie prima o dopo l'appuntamento elettorale".

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