"Anche se non vado in carcere e quindi non ci sarà la violenza fisica della detenzione, resta comunque la violenza psicologica dell’essere privati della libertà". Questo il commento del direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, dopo aver ricevuto l'ordine di carcerazione domiciliare.
"Ho dato mandato ai miei legali di chiedere al magistrato di sorveglianza se posso continuare a lavorare, ogni altra richiesta è subordinata a questo, è ovvio
che non si può fare il direttore dalle 9 alle 16 o 5 giorni alla settimana", ha aggiunto Sallusti. Oggi scadevano i trenta giorni di sospensione della pena a quattrodici mesi di reclusione per diffamazione.
Mentre continua il teatrino in Senato sul ddl sulla diffamazione e mentre Fnsi e Fieg definiscono "pessima" la legge in questione, quello che conta è che l'ordine di arresto è arrivato. Entro i prossimi cinque giorni, il direttore de il Giornale andrà agli arresti domiciliari.
La procura milanese, in una nota, ha spiegato che Sallusti ha ottenuto la sospensione della carcerazione "ricorrendo le condizioni per l’esecuzione della pena detentiva presso il domicilio" in base al cosiddetto decreto svuota carceri. Decreto che ha innalzato da 12 a 18 mesi la pena per cui è possibile scontare la condanna presso il domicilio.
L’ultima decisione sui domiciliari spetterà al magistrato di sorveglianza. In teoria questo potrebbe opporsi alla decisione della procura di concedere il beneficio al direttore del Giornale. "Il magistrato di sorveglianza deciderà nei prossimi giorni se accogliere o respingere la nostra richiesta", ha spiegato Bruti Liberati. Alessandro Sallusti è stato condannato dalla Corte di Cassazione in via definitiva a 14 mesi di reclusione per l’accusa di diffamazione.
Intanto, nella galleria Meravigli, accanto alla sede del quotidiano Il Giornale, è stato
esposto uno striscione sul quale è scritto "Se i giusti non si oppongono,sono già colpevoli". Lo striscione si conclude con un incoraggiamento ad Alessandro Sallusti: "Coraggio direttore, 6 un grande"
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