Papa Francesco incontra diciassette nuovi ambasciatori e rivolge loro un forte appello contro la tratta degli esseri umani: "La persona umana non si dovrebbe mai vendere e comprare come una merce. Chi la usa e la sfrutta, anche indirettamente, si rende complice di questa sopraffazione. Insieme - prosegue il pontefice - possiamo e dobbiamo impegnarci perchè siano liberati e si possa mettere fine a questo orribile commercio. Si parla di milioni di vittime del lavoro forzato, della tratta di persone per scopo di manodopera e di sfruttamento sessuale. Tutto ciò non può continuare: costituisce una grave violazione dei diritti umani delle vittime e un’offesa alla loro dignità, oltre che una sconfitta per la comunità mondiale". Il Papa chiede questo impegno agli ambasciatori di Algeria, Islanda, Danimarca, Lesotho, Palestina, Sierra Leone, Capo Verde, Burundi, Malta, Svezia, Pakistan, Zambia, Norvegia, Kuwait, Burkina Faso, Uganda e Giordania, ricevuti oggi per la presentazione delle Lettere credenziali.
Secondo il Papa, contro la piaga sociale della tratta e delle nuove schiavitù, a fini sessuali e di sfruttamento, "occorre una presa di responsabilità comune e una più decisa volontà politica per riuscire a vincere su questo fronte. Responsabilit… - spiega - verso quanti sono caduti vittime della tratta, per tutelarne i diritti, per assicurare l’incolumità loro e dei familiari, per impedire che i corrotti e i criminali si sottraggano alla giustizia ed abbiano l’ultima parola sulle persone. Un adeguato intervento legislativo nei Paesi di provenienza, di transito e di arrivo, anche in ordine a facilitare la regolarità delle migrazioni, può ridurre il problema".
Nel suo primo messaggio per la Giornata mondiale della pace (primo gennaio), pubblicato oggi in Vaticano, il Papa prende di mira anche mafiosi e corrotti. Le "organizzazioni criminali", che si sviluppano insieme alle "forme di corruzione, oggi così capillarmente diffuse", «offendono gravemente Dio, nuocciono ai fratelli e danneggiano il creato, tanto più quando hanno connotazioni religiose". E sottolinea che"i cittadini devono sentirsi rappresentati dai poteri pubblici nel rispetto della loro libertà. Invece, spesso, tra cittadino e istituzioni, si incuneano interessi di parte che deformano una tale relazione, propiziando la creazione di un clima perenne di conflitto. Un autentico spirito di fraternità vince l'egoismo individuale che contrasta la possibilità delle persone di vivere in libertà e in armonia tra di loro. Tale egoismo si sviluppa socialmente sia nelle molte forme di corruzione, oggi così capillarmente diffuse, sia nella formazione delle organizzazioni criminali, dai piccoli gruppi a quelli organizzati su scala globale, che, logorando in profondità la legalità e la giustizia, colpiscono al cuore la dignità della persona", prosegue il Papa. "Queste organizzazioni offendono gravemente Dio, nuocciono ai fratelli e danneggiano il creato, tanto più quando hanno connotazioni religiose".
Nello specifico il Papa spiega di pensare "al dramma lacerante della droga, sulla quale si lucra in spregio a leggi morali e civili; alla devastazione delle risorse naturali e all'inquinamento in atto; alla tragedia dello sfruttamento del lavoro; penso ai traffici illeciti di denaro come alla speculazione finanziaria, che spesso assume caratteri predatori e nocivi per interi sistemi economici e sociali, esponendo alla povertà milioni di uomini e donne; penso alla prostituzione che ogni giorno miete vittime innocenti, soprattutto tra i più giovani rubando loro il futuro; penso all'abominio del traffico di esseri umani, ai reati e agli abusi contro i minori, alla schiavitù che ancora diffonde il suo orrore in tante parti del mondo, alla tragedia spesso inascoltata dei migranti sui quali si specula indegnamente nell'illegalità".
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