I punti chiave
"È un dato di fatto, niente vittimismi". Così Enrico Letta mette le mani avanti al termine di una serie di bacchettate contro Movimento 5 Stelle e Terzo Polo, accusati di avere un'ossessione e di condurre delle azioni di intreccio verso il Partito democratico. In realtà il segretario del Pd ha recitato bene la parte della vittima, con un piagnisteo per l'atteggiamento delle formazioni politiche dell'opposizione verso i dem. Il che denota quella sorta di "mania di persecuzione" politica da parte di un partito in forte difficoltà.
Letta fa la vittima
Letta, scrivendo una lettera al Corriere della Sera, si è scagliato contro i grillini e l'asse tra Azione e Italia Viva. "Come prima, peggio di prima", ha esordito. Per poi imputare al Movimento 5 Stelle e al Terzo Polo la colpa di portare avanti ancora lo stesso metodo adottato nella scorsa legislatura: "Tutti contro il Pd". Il segretario dem ha fatto anche nomi e cognomi, rivolgendosi direttamente a Giuseppe Conte, Carlo Calenda e Matteo Renzi: "Sono ancora in campagna elettorale".
L'ex presidente del Consiglio non ha gradito i toni utilizzati e le "forzature dialettiche", anche perché ha tirato una stoccata a tutti e tre con un rimprovero stizzito ben preciso: "Ritengono che fare opposizione al Pd sia più redditizio che fare opposizione al governo più a destra della storia della Repubblica". A suo giudizio si tratta di una scelta "priva del benché minimo senso di responsabilità istituzionale".
Da subito Letta ha chiesto ai partiti di opposizione di fare fronte comune e compattarsi contro l'esecutivo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni. Ma i veti incrociati e i dissidi reciproci hanno reso impossibile un'azione coordinata. L'ex primo ministro ha denunciato che il Pd è "oggetto di una quotidiana opposizione all'opposizione". E questo, a suo parere, fa da sfondo alla fase del Congresso e "incide sul suo svolgimento nel racconto pubblico".
La sferzata di Calenda
La lagna di Letta ha raccolto la reazione di Carlo Calenda, secondo cui il Partito democratico non dovrebbe lasciarsi andare al classico piagnucolio. "Caro Enrico Letta, c’è una sola cosa che un grande partito come il Pd non può davvero mai fare: il piagnisteo", è l'annotazione del leader di Azione. Che subito dopo ha rinfacciato ai dem di non aver ancora assunto delle posizioni ufficiali: "Dalle bollette, alle regionali vi abbiamo offerto collaborazione sui contenuti. Decidete liberamente. Ma senza vittimismi".
Il Terzo Polo in Lombardia correrà con Letizia Moratti, ma il nome dell'ex vicepresidente della Regione registra freddezza da parte del Partito democratico.
Nel Lazio si potrebbe tentare la carta Alessio D'Amato, ma resta da capire se si proverà a ricucire con il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte. La situazione è sotto gli occhi di tutti: a sinistra regna il caos totale, semplice conseguenza naturale per partiti che vogliono tentare il puntuale inciucio nonostante le profonde divergenze.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.