Il premier in campo, è conto alla rovescia

RomaNocchiero di una nave in disarmo, il premier Mario Monti fa mostra di conoscere la futura rotta. Sa, ma non dice, o non dice abbastanza. Per ora il mandato impone di tener saldo il timone nelle tempeste dell'economia, e il Professore non lo tradisce. Le reazioni dei mercati, rassicura, «non vanno drammatizzate: ripongo molta fiducia nel fatto che le elezioni italiane, quando si svolgeranno, daranno spazio a una coalizione e a un governo - qualunque siano - altamente responsabili e orientati verso gli impegni europei».
Parla da premier di un governo «pienamente in carica, che non ha lasciato» e dunque i mercati «non devono temere un vuoto di decisioni». Ma anche da politico tirato ormai per la giacchetta (pressato persino dagli sms), pronto a benedire un Centro nato in suo nome (che senza di lui, secondo gli ultimi sondaggi, supera di poco l'11 per cento). Nulla è cambiato, spiega Monti da Oslo, dove l'acciaccata Unione europea riceve un premio Nobel che si direbbe alla «carriera» e alle intenzioni, più che alle recenti performance. Le annunciate dimissioni del premier erano previste, eppure un'«ordinata» conclusione della legislatura (chiesta da Napolitano) avrebbe dovuto sconsigliarne una drammatizzazione che rischia di nuocere all'Italia. Ma, come Monti ha già fatto sapere in più d'una chiacchierata informale (puntualmente finita sui quotidiani), «non potevo evitarlo, ciò che vedo mi preoccupa, non ho più sentito attorno a me una maggioranza capace di sostenere con convinzione la linea politica concordata...».
Nel felpato linguaggio del premier, significa appunto che nulla è cambiato, e Monti pensa di restare decisivo sulla scena politica italiana ed europea. In quale modo, è il tassello che da buon cavallo di razza tiene per sé. Candidarsi? «Non sto considerando questa questione in particolare, tutti i miei sforzi sono concentrati al completamento del governo attuale che sembra avere un tempo abbastanza limitato e richiede molta energia...», risponde. A leggere tra le righe, una strategia ben precisa, che vuole fondarsi sui fatti e sull'appoggio europeo. Così il presidente francese Hollande, al termine del pranzo ufficiale, confida: «Monti è attivo, non so quale ruolo sceglierà, ma l'ho visto piuttosto attivo, tutt'altro che in disarmo».
Se la nave del governo si avvia verso la demolizione, il capitano prevede un altro viaggio a breve. I tempi dello scioglimento delle Camere saranno dettati dall'approvazione della legge di stabilità: da questo dipenderà, come spiegato dalla ministra Cancellieri, se le elezioni si terranno il 17 o il 24 febbraio. Un'election day anche per le Regionali di Lombardia e Molise. Per quelle del Lazio, l'accorpamento è possibile; il Codacons ha presentato un ricorso al Tar teso a scongiurare l' «incomprensibile spreco» e le distorsioni indotte dall'accavallarsi di date. I giudici potrebbero accoglierlo, i fatti nuovi ci sono.
Tra questi, la netta percezione che Monti sarà della partita, probabilmente con un endorsement diretto, più che in prima persona. Se la difesa del proprio lavoro è stata, come sempre, puntigliosa e decisa, essa non ha tralasciato accuse di «inazione» alle classi politiche precedenti. Ancora più chiaro il messaggio spedito a proposito delle elezioni, laddove il premier ha messo in guardia dalle «mistificazioni», nonché dai «rigurgiti di nazionalismo e di populismo, che sarà bene evitare».

La conclusione retorica non poteva che confidare nella «maturità degli italiani, che non sono sciocchi, e non più tanto disposti a credere alle promesse irrealistiche e irrealizzabili». Per il prossimo passo, soltanto questione di giorni.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica