La premier non cede al Fondo monetario: "La riforma fiscale è strategica e andrà avanti"

L’Fmi chiede un aumento delle entrate e una veloce riduzione del debito. Il premier: "Prioritario il cuneo Evasione? No al pizzo di Stato"

La premier non cede al Fondo monetario: "La riforma fiscale è strategica e andrà avanti"
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Il Fondo monetario internazionale si unisce al coro di Bankitalia e Commissione europea chiedendo all'Italia di ridisegnare in maniera prudente la riforma fiscale (o a rinunciarvi se mancassero coperture). Il premier Giorgia Meloni, invece, non si dà per vinta e conferma che l'abbassamento delle tasse resta una priorità. «Abbiamo gettato le basi per il riordino del sistema fiscale. Nei decenni si sono susseguiti molti interventi, ma una riforma organica non viene fatta da qualche decennio. Invece, è prezioso e strategico farlo. Vogliamo intervenire su tutti gli ambiti, semplificando tutto il sistema e gli adempimenti delle procedure», ha detto ieri al Festival dell'Economia di Trento Meloni. Riformare il fisco servirà anche a combattere meglio l'evasione fiscale. «L'approccio non ha funzionato. Noi non vogliamo gettare la spugna» ma la lotta si fa dove sta davvero l'evasione: big company, banche. Non il piccolo commerciante a cui chiedi il pizzo di Stato», ha ribadito ieri sera nel comizio di chiusura della campagna delle amministrative a Catania. Quale la priorità? «È meglio tagliare il cuneo che fare il salario minimo legale, che è buono sul piano filosofico ma nella sua applicazione rischia di essere un boomerang»ha aggiunto. «In una situazione di così alta inflazione, la priorità del governo è confermare queste misure per le famiglie con redditi medio bassi», le ha fatto eco il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti sempre dal palco trentino. Ma quali sono nella realtà le preoccupazioni delle istituzioni internazionali? Anche se il Fondo monetario internazionale ha alzato la sua stima di crescita per l'Italia (+1,1%) avvinandola a quella della Commissione europea (+1,2%), i rischi sul quadro macroeconomico restano perché «politiche che rallentato la riduzione del debito o prolungati ritardi nel ricevere i versamenti di NextGenerationEU potrebbero aumentare i timori di finanziamento». Perché l'organismo di Washington è così preoccupato dell'implementazione del Pnrr? «Il governo dovrebbe attuare una politica di bilancio che affronti gli shock e protegga allo stesso tempo la sostenibilità dei conti pubblici» perché «l'elevato debito pubblico» resta un problema. In pratica, l'Italia dovrebbe risparmiare sulle spese per evitare contraccolpi in caso di peggioramento dello scenario e confidare tutto sulle entrate del Pnrr (che però sempre debito sono) per investire. Il nostro Paese, pertanto, dovrebbe «risparmiare le entrate inaspettate dall'inflazione avviare «un credibile piano di riduzione del debito di medio termine», scrivono i tecnici al termine delle consultazioni ex articolo 4. In quest'ottica dovrebbe essere accelerata l'eliminazione delle misure temporanee di aiuto introdotte durante la pandemia, mentre «una riforma del sistema fiscale per migliorare l'efficienza e l'equità sarebbe benvenuta e il disegno finale dovrebbe incoraggiare l'occupazione, abolire le spese inefficaci, rafforzare la raccolta delle entrate e proteggere la progressività». Da un po' di tempo l'Fmi non lo scrive più ma il ragionamento è sempre il medesimo: abbassare le tasse sul lavoro e aumentare le patrimoniali.

Ma non è solo così che si fa cassa: l'età pensionabile dovrebbe essere legata all'aspettativa di vita e le prestazioni dovrebbero essere meglio allineate con i contributi versati, mentre gli accordi di pensionamento anticipato dovrebbero essere interrotti. Come al solito, si scrive «crescita» ma si legge «austerity».

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