Si faccia tutto il possibile. Il presidente del Consiglio Mario Monti è preoccupato da una tematica che questi giorni è emersa con forza: l'impossibilità per gli studenti italiani in Erasmus di votare senza dover tornare in Italia.
Un problema non da poco. Un costo non da poco. Una faccenda a cui - lo ha ammesso anche il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri - nessuno aveva pensato. E che forse viene posto troppo tardi, quando non c'è tempo per una modifica alla legge che permetta agli studenti all'estero di rispondere alla chiamata elettorale senza dover fare i bagagli e tornare qualche giorno in patria.
I termini del problema li ha spiegati una nota diramata di recedente dalla Farnesina. Per votare dall'estero è necessario essere iscritti all'Aire, l'Anagrafe italiani residenti all'estero. E gli studenti del progetto Erasmus non sono iscritti all'elenco. Per una ragione molto semplice: per entrare nell'Aire bisgona trovarsi all'estero per un periodo superiore ai 12 mesi.
La problematica messa in luce dagli studenti all'estero è per altro esclusiva. Ci sono altre categorie che potrebbero incorrere nello stesso difetto legislativo: militari impeganti in missione, i ricercatori universitari, i dipendenti delle amministrazioni pubbliche all'estero temporaneamente. Ma per loro è prevista la possibilità di esprimere la propria preferenza senza dover tornare a casa. Per gli studenti no.
538em;">Sono circa 25mila gli italiani che di fatto non avranno il diritto di voto, se non si farà nulla nel poco tempo che resta. Per questo le parti politiche hanno chiesto che si intervenga con una norma in tempi rapidi. Intanto gli studenti non demordono. E scrivono al Presidente della Repubblica.
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