Quel fantasma con lo 0,3% di presenze. Imbattibile

Il caso di Antonio Gaglione, eletto con il Pd, poi passato al gruppo Misto e infine approdato nel partito NoiSud. Appare in parlamento una volta l'anno

Quel fantasma con lo 0,3% di presenze. Imbattibile

Ci sono in ogni castello, e pure nelle antiche dimore e, qualche volta, anche nei teatri dell’opera. Ogni luogo che si rispetti ha il suo bel fantasma, e non poteva mancare anche nell’austero Parlamento. Lo spettro, però, questa volta non è proprio un defunto tornato dall’aldilà, ma un vivo e vegeto ancora nell’aldiquà che nella sua permanenza alla Camera ha collezionato un primato da Guinness: il parlamentare più assenteista della storia, con il 99,7% di assenze (dall’inizio della legislatura). È Antonio Gaglione, cardiochirurgo brindisino, eletto originariamente nel Pd, poi passato al gruppo Misto e, infine, approdato nel partito Noi Sud. Tuttavia tutti questi spostamenti politici non hanno mai inciso sulle sue abitudini. Ogni tanto passa dalla Camera, ma solo per salutare e se si trova già a Roma per convegni medici, ai quali non manca mai. Quelli che non lo hanno mai incrociato direttamente, anche solo per un caffè alla buvette, giurano di non sapere nemmeno come sia fatto. Eppure lui esiste eccome, e con il suo inseparabile papillon porta a casa 579mila euro all’anno, compreso lo stipendio da parlamentare. Di lui si era parlato nel febbraio 2011, quando ci si accorse che l’ultima volta che Gaglione mise piede in aula era stato nel 2008 (ovvero il primo giorno da eletto).
Da allora mai più. A dire il vero anche il 14 dicembre 2010, il giorno della fiducia al governo Berlusconi, l’onorevole fantasma si materializzò a Montecitorio. Tutti a chiedersi se avrebbe votato sì o no al governo, ma inutilmente: al momento della chiama era già sparito. Pluff. Aveva fatto solo una capatina per salutare i colleghi (pochi) che conosce e prendere la posta, visto che era già a Roma. L’ultima sua apparizione, incredibile, il 18 novembre 2011 per la fiducia al governo Monti. Il deputato motivò: «Perché è un governo serio».
«Stare in Parlamento è una perdita di tempo e una violenza contro la persona - gli piace dire -.

È così frustrante fare queste maratone alla Camera» e si giustifica: «Sono stato poco presente perché l’apporto del singolo parlamentare è diventato marginale». Ah ecco. Sua moglie gli dice sempre «di dimettersi», ma lui preferisce restare, anche se non si sente «a posto», quando ogni mese, da Roma, arrivano circa 15mila euro. Con queste maratone...

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