Roma - Slitta tutto, dopo due voti andati a vuoto e un franco tiratore tra i commissari di Vigilanza del Pdl. Se al primo voto non si fosse trovato il cavillo del nome scritto male sulla scheda («Verri» invece di «Verro»), sarebbe passato un Cda diverso da quello programmato dalla maggioranza in Commissione, cioè Pdl e Lega, uniti in una prova di nuovo asse (o «patto di desistenza»). Perché cinque voti li ha presi non Antonio Pilati, ex consigliere Agcom indicato in questo giro dal Pdl per i vertici Rai, ma la candidata del Terzo Polo, cioè Flavia Piccoli Nardelli, segretario dell’Istituto Sturzo, grazie a Idv (due voti), Api (un voto), Melandri del Pd e Perina di Fli. Alla seconda votazione Pilati e la Nardelli hanno avuto quattro voti a testa, con una scheda bianca che ha portato quindi il presidente Zavoli a rinviare il voto ad oggi pomeriggio. Cos’è successo?
Un intoppo dentro il Pdl, che contava su una ventina di voti in totale da distribuire su quattro candidati, che avrebbero quindi preso cinque voti a testa, sufficienti per essere eletti. Ma è mancato un voto, da parte di un parlamentare del Pdl, che ha votato diversamente dall’indicazione del gruppo, non per Pilati ma per la Nardelli (al primo voto). Nella riunione del gruppo Pdl si è tentato di far convergere anche quel voto sul nome indicato ma si è ottenuta solo una «bianca» che ha permesso di rinviare di un giorno, a mente fredda. Il capogruppo Butti è fiducioso di riuscire a sbrogliare la matassa: «I nomi della nostra rosa sono autorevoli e corretti».
Il franco tiratore non è tra i tre consiglieri della Lega nord, che hanno votato Luisa Todini, nome uscito nelle ultime 48 ore, imprenditrice, ex parlamentare europea di Forza Italia. Il voto della Lega, che non ha candidato nessun leghista al Cda, è frutto di un accordo col Pdl, anche in cambio dell’appoggio dato dai berlusconiani alla nomina della maroniana Bianchi Clerici al Garante della Privacy. Gli altri due nomi del Pdl per il Cda sono i già consiglieri Antonio Verro (area berlusconiana) e Guglielmo Rositani (area ex An).
Sono andati a colpo sicuro invece i commissari di centrosinistra. Quelli del Pd hanno votato Benedetta Tobagi e Gherardo Colombo, mentre l’Udc ha rivotato il consigliere uscente, di stretta fede «casiniana», De Laurentiis. Per la presidenza e la direzione generale bisognerà aspettare un secondo momento, ma i nomi sono stati già indicati dal premier Monti in Anna Maria Tarantola (Bankitalia) e Luigi Gubitosi (Bank of America). Al di là dell’intoppo sul voto mancante, si registra l’accordo tra Pdl e Lega. Al Pdl soprattutto interessa avere quattro consiglieri sui sette di nomina politica, per andare ai prossimi dodici mesi prima delle elezioni politiche con una Rai non ostile. Alla Lega invece interessa mantenere buoni rapporti col Pdl, nell’ottica indicata da Maroni di una ritirata leghista a Nord con un alleato forte a Roma, come sarebbe il Pdl.
Il metodo «meritocratico» sbandierato all’inizio non ha per la verità avuto molto successo. Sul tavolo della Vigilanza (o forse ormai nel cestino) riposano più di 350 curriculum, anche molto autorevoli, mai presi realmente in considerazione.
Gherardo Colombo è un importante ex magistrato, ma non ha esperienza di management televisivo, e neppure la Todini, che alla Zanzara e al Giornale ammette candidamente: «Non ho competenze dirette ma ho studiato molto. Metterò a disposizione la mia esperienza di imprenditrice».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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