Renzi contro Grillo ad Announo: "Scontro personale senza senso"

Il premier ha chiesto un dibattito al leader dei 5 Stelle e parlato anche degli scontri legati alla finale di Coppa Italia: "Ingiusto dire che lo Stato non c'è"

Renzi contro Grillo ad Announo: "Scontro personale senza senso"

È partito questa sera, su La7, Announo, il nuovo programma condotto da Giulia Innocenzi. La politica e le vicende legate alla finale di Coppa Italia i temi principali trattati, con ospite in studio il presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Il premier ha criticato il Movimento 5 Stelle, a partire da Beppe Grillo, "che si è un pò affievolito perchè lui non cambia le cose mentre noi stiamo cercando di realizzare il cambiamento senza di lui". Ai grillini ha contestato di avere "fatto ostruzionismo agli ordini di Brunetta" al ddl Delrio, anche se "non si vota più per le province", tema a loro caro.

"Per me non ha senso continuare sul terreno dello scontro personale", ha risposto Renzi a Grillo, chiedendo di "fare un dibattito", piuttosto che confrontarsi con gli insulti. Poco prima il leader dei 5 Stelle aveva detto, in un comizio a Napoli, di non avere "neanche più la voglia di prenderlo in giro...".

Riferendosi agli scontri della finale di Coppia Italia, il premier ha definito "ingiusto continuare a dire che lo Stato non c'è" e chiesto di lasciare il tempo "alla magistratura di chiarire quali siano le responsabilità". Ha detto anche che "il pugno duro non serve, perché poi entrano in curva con le bombe carta".

Riferendosi alle immagini che mostrano "Genny 'a carogna" sulle grate dello stadio, il premier ha parlato di una maglietta che fa male "che inneggia a una persona condannata in via definitiva per aver assassinato un funzionario di polizia", Raciti. Ha poi spiegato perché non abbia lasciato lo stadio, dov'era presente: "Vado via lasciandolo in mano a chi fischia? Io non sono d'accordo".

"Non facciamo Mare Nostrum - ha aggiunto il premier, parlando di immigrazione - ma l’Europa non è che ci può fare le lezioni ogni volta dicendoci cosa fare", ribadendo la necessità di un'operazione che sia comunitaria e non solo italiana e dicendo che l'Italia avrebbe solo da guadagnare dalla stabilità della Libia, nonostante che "Gheddafi non sia più al potere" è un fatto positivo.

Sull'occupazione, il premier ha previsto un aumento "del trenta per cento" nei prossimi dieci anni.

Parlando di immigrazione ha invece detto che "entro la fine dell'anno dobbiamo trovare un criterio che consenta di legare lo ius solis a un ciclo scolastico, così da acquisire quel patrimonio culturale che è parte integrante dell'italianità".

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