Archiviata la vittoria Matteo Renzi vara la nuova segreteria del Pd. Sceglie "sette donne e cinque uomini", una segreteria di "dodici persone per far funzionare la vita quotidiana" del Pd che si appresta a guidare. E sottolinea con una certa enfasi che, per la prima volta, nella squadra ci sono più donne che uomini. Nel presentare il suo staff il sindaco di Firenze precisa subito che sarà Filippo Taddei, economista 37enne con laurea a Bologna e Ph.d alla Columbia University e che insegna alla School of Advanced International Studies (SAIS) della John Hopkins University, ad essere il responsabile economico del partito. Taddei, tra le altre cose, si occupa di economia internazionale, mercato dei capitali e della relazione tra il mercato del lavoro e il sistema pensionistico.
Questa, settore per settore, la nuova segreteria del Pd: "Luca Lotti va all’organizzazione, Stefano Bonaccini agli Enti locali, Filippo Taddei responsabile Economia, Davide Faraone a Welfare e Scuola, Francesco Nicodemo alla Comunicazione, Maria Elena Boschi alle riforme, Marianna Madia al Lavoro, Federica Mogherini all’Europa, Deborah Serracchiani alle Infastrutture, Chiara Braga all’Ambiente, Alessia Morani alla Giustizia, Pina Picierno alla Legalità e sud, Lorenzo Guerini portavoce della segreteria". Renzi puntualizza una cosa a cui tiene molto:"Non sono ancora segretario, lo sarò domenica dopo l’assemblea, oggi, tuttavia, mantengo fede ad uno dei primi adempimenti che il segretario dovrà fare presentando la squadra".
E fa sapere che non ci sarà alcun "braccio di ferro con i gruppi parlamentari. Non sono preoccupato che ci siano tensioni con i gruppi: questi hanno il dovere di discutere e dialogare" con il partito. "Non c’è alcuna mia imposizione per costringere i
gruppi parlamentari a fare le cose che piacciono a me" precisa Renzi sottolineando invece che ci sono oltre "due milioni e mezzo di persone che si sono espresse" ieri e a cui bisogna dare risposte. "C’è un dialogo tra i gruppi parlamentari, la segreteria e le altre strutture" del partito. "Do per scontato che non può che esserci condivisione" su temi come "la riduzione del numero dei parlamentari o il superamento del bicameralismo. Mi piacerebbe ascoltare le motivazioni di chi
dice è giusto mantenere alti costi politica...". Per Renzi "non fare queste cose oggi sarebbe contraddire scelte che vengono dalla nostra base".
Pressato dalle domandedei giornalisti è costretto a soffermarsi anche sul governo Letta. La fiducia? "Non è un tema all’ordine del giorno", taglia corto. E aggiunge: "Il punto non è far cadere il governo ma farlo lavorare affinché il governo ottenga i risultati e dia risposte".
"Per il Pd la riforma elettorale è una priorità - sottolinea il segretario - il punto è sistemare i problemi del paese e per noi il percorso è uscire dalla logica del rinvio e fare le cose che servono". Renzi elenca tra le priorità delle riforme anche la revisione costituzionale, interventi su costi politica e il piano sul lavoro. "È un momento difficile - prosegue - prima dell’ambizione personale viene la necessità di dare risposte concrete, di dare subito dei segnali". E pensando al grande lavoro che lo aspetta, commenta ad alta voce: "Non c’è un minuto da perdere".
Più tardi Renzi è andato a Palazzo Chigi a parlare con il presidente del Consiglio, Enrico Letta. Una foto dell’incontro è stata postata tramite l’account di palazzo Chigi su Twitter.
L’immagine ritrae il sindaco di Firenze (in giacca e cravatta) e il premier (in camicia), seduti uno davanti all’altro, in atteggiamento rilassato e sorridente, di fronte alla scrivania che sembra quella dello studio del presidente del Consiglio. Segue dichiarazione congiunta: "Abbiamo avuto un incontro lungo, positivo e fruttuoso che conferma il nostro comune impegno. Lavoreremo bene insieme". Se son rose...
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