Renzi: "Soldi a maggio o sono buffone"

Renzi illustra il piano economico a Porta a Porta. E sui debiti della Pa: "Se pago entro settembre, Vespa dovrà fare un pellegrinaggio". Ma tutto ha un prezzo: ecco dove prenderà i soldi

Renzi: "Soldi a maggio o sono buffone"

Lo ha sempre detto di volerci mettere la faccia. E sul taglio delle tasse Matteo Renzi sembrerebbe anche disposto a giocarsi il futuro politico. Da maggio dovrebbero arrivare mille euro in più all'anno nelle buste paga di dieci milioni di italiani. All'indomani del Consiglio dei ministri che ha ridotto l'Irpef a chi guadagna fino a 1.500 euro al mese e, al tempo stesso, ha alzato le aliquote sulle rendite al 26%, il premier va da Bruno Vespa a illustrare il suo piano economico. "Dietro i numeri c’è una vita reale di persone che hanno visto finora le bollette crescere e gli stipendi bloccati - assicura - per la prima volta il governo dà ottanta euro permanenti al mese nella busta paga". E, dopo aver escluso la patrimoniale e un prelievo straordinario sulle pensioni fino a tremila euro, promette che non taglierà l'indennità ai parlamentari ma si batterà per "farli lavorare sul serio".

Dopo lo show a Palazzo Chgi, concede il bis a Porta a Porta: tra annunci altitonanti, cifre roboanti e coperture economiche ancora in forse, Renzi spiega agli italiani il piano che ha in mente per rilanciare il Paese. Tra tagli delle tasse e tagli degli sprechi, il cammino è tutto in salita. Anche perché, aldilà degli annunci ad effetto, permangono molti dubbi sui fondi che al dicastero di via XX Settembre faticano a saltar fuori. Si parte dall'Irpef. Nonostante i dubbi, che serpeggiano anche tra i suoi, Renzi ostenta sicurezza: "Ci siamo dati delle scadenze. Se il 27 maggio non arrivano i soldi sono un buffone...". L'obiettivo è che dieci miliardi di euro all’anno vadano a dieci milioni di persone. In un secondo momento, promette, penserà a "mettere più soldi in tasca ai pensionati". Ma tutto ha un prezzo. Sette miliardi di euro dovrebbero arrivare dalle sforbiciate del commissario alla spending review Carlo Cottarelli, risparmi che vengono dalla fornitura di beni e servizi. Altri 500 milioni dovrebbero essere raccimolati dagli stipendi dei manager pubblici che risultano sproporzionati rispetto ai colleghi tedeschi. Su di loro Renzi è pronto a far calare la mannaia. "La terza voce di bilancio, che è anche il nostro incubo dai tempi di Monti, è lo spread - spiega Renzi - se consideriamo il differenziale tra 250 e 200 abbiamo un risparmio netto di 2,2 miliardi di euro".

La stessa sicurezza, la ostenta anche nel promettere il pagamento di tutti i debiti che la pubblica amministrazione ha ancora con le imprese. Tanto da spingersi a fare una scommessa con Vespa: se riuscirà a pagare tutti i debiti entro il 21 settembre, giorno di San Matteo, il giornalista andrà in pellegrinaggio a piedi da Firenze al santuario in cima al Monte Senario. È uno slogan dietro l'altro, davanti alle telecamere è ancora più esplosivo che a Palazzo Chigi dove dice di sentirsi agli arresti domiciliari. Così, spazia dalle riforme economiche alla legge elettorale, dall'Ue alla spesa per la Sanità. Tutte belle promesse, insomma. Che punta a portare a termine in piena autonomia. "Il premier deve ascoltare tutti, ma i tavoli li fanno gli immobilieri, noi prendiamo decisioni - avverte - ci pagano per questo". La Triplice è avvisata. "Sarebbe bello sapere quanti lavoratori rappresentano i sindacati", chiosa Renzi. Ad ogni modo i molti punti interrogativi restano lì dove sono.

538em;">"Se perdo la scommessa - ammette Renzi - immagino dove mi possono mandare gli italiani...". Non resta che stare a vedere.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica