Da Renzi un'altra promessa: "Dal 2015 togliamo il 740"

Il premier all'Iit di Genova: "Basta con i sogni piccoli. I politici abbiano il coraggio di costruire un futuro possibile". Sul Pd: "L'obiettivo è migliorare il risultato del 2013"

Da Renzi un'altra promessa: "Dal 2015 togliamo il 740"

"Il 740 non ce l’hanno all’estero e non l’avremo nemmeno noi. Dal prossimo anno elimineremo un certo modello di dichiarazioni dei redditi". È la nuova promessa di Matteo Renzi che nella visita all’Istituto italiano di tecnologia di Genova afferma: "A noi nessun sogno è precluso, basta con i sogni piccoli".

Ai ricercatori dell'Iit, il premier ha detto: "Siete bravissimi, ma non basta. Noi da voi ci aspettiamo il Nobel. Dobbiamo puntare lì. "Un politico verrebbe qua a dirvi bravi io dico che non basta, a rischio di prendere botte. Non nego il vostro valore e vedo qui che il futuro del nostro Paese è straordinario, più affascinante del suo passato. Qui c’è l’eccellenza tecnologica combinata con la realtà quotidiana. Da qui si può immaginare la città futura e la fabbrica del futuro, diversa da quello che possiamo immaginare".

Poi ha fatto un paragone con la campagna elettorale in cui i toni si alzano sempre più: "In questi mesi hanno prevalso gli insulti, sta vincendo il rancore, per fortuna c’è anche un’Italia che funzione come questa. Posti come questo rendono orgogliosi di essere italiani e umanoidi". E ha lanciato un monito: "I politici abbiano il coraggio di costruire un futuro possibile", ha detto, "Non bisogna dire che va sempre tutto male in Italia. Il vostro esempio è una eccellenza Dobbiamo raccontare un futuro possibile, vero. Noi siamo la costruzione di un futuro che c’è".

Poi Renzi è andato all'Ansaldo Energia, dove è stato stipulato un accordo internazionale e ha annunciato "importanti novità" in arrivo per Fincantieri "che avranno riflessi molto positivi anche per Genova". "C’è un’Italia molto più forte delle nostre paure e più forte dei nostri rancori", ha detto Renzi, "Questa Italia è quella che si alza e va a lavorare. Non posiamo permetterci di rovinarla".

Sul Partito democratico, il segretario ha detto di non credere ai sondaggi, ma di

preferire le urne: "L’ultimo sondaggio che conosco è quello del febbraio 2013 quando in tre partiti abbiamo avuto ciascuno il 25%. Il nostro obiettivo, per le prossime elezioni, è migliorare quel risultato".

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