Potrebbe essere un semplice chiarimento oppure una vera e propria resa dei conti. Mercoledì prossimo però, alla riunione dei gruppi parlamentari di Italia dei valori, di certo non ci sarà nessun voto di fiducia sul capogruppo: Massimo Donadi, a sopresa, in serata si è dimesso.
"Oggi, nel primo pomeriggio, ho annunciato al presidente della Camera Gianfranco Fini le mie dimissioni da capogruppo dell’Italia dei valori - ha annunciato - è una scelta che compio con serenità e convinzione affinché nella riunione dei gruppi parlamentari nessuno possa usare strumentalmente questo tema per eludere l’unico confronto veramente dirimente, quello sulla rottamazione di Idv che Di Pietro sta scientemente portando avanti". Donadi ha così risposto ai pasdaran di Antonio Di Pietro. Mercoledì prossimo era prevesta, al termine delle votazioni in aula, la convocazione dell’integruppo per discute genericamente della "situazione politica". Però da qualche giorno, e nelle ultime ore freneticamente, un gruppo di deputati fedelissimi dipietristi stava cercando di raccogliere il consenso attorno ad un documento di sfiducia al capogruppo, da tirare fuori al momento opportuno nel corso della riunione. Le dimissioni, quindi, dovrebbero servire a sgomberare il campo da personalismi, visto che lo stesso Donadi parla della necessità di avere un confronto "sulla rottamazione di Idv che Di Pietro sta scientemente portando avanti". L’obiettivo è di avviare formalmente una discussione sul futuro del partito, senza dualismo tra Donadi e Di Pietro.
Anche oggi, all'interno dell’Idv, se le sono date di santa ragione. A partire dallo stesso capogruppo uscente. "Siamo al predellino dè noantri. La sua linea e la mia sono inconciliabili", ha detto Donadi parlando di Di Pietro. Poi ha aggiunto: "Vedremo quanti saremo, la nostra non è una battaglia ma la guerra finale e io intendo combatterla fino alla fine". Donadi, tra le altre cose, ha anche raccontato che "Di Pietro è venuto in una riunione annunciando lo scioglimento dell’Idv e portandoci il bozzetto di un nuovo simbolo di partito con scritto in mezzo 'basta'". Da parte sua, il fondatore del partito ha chiarito di non avere intenzione di sciogliere Idv, ma di essere pronto ad una collaborazione con Beppe Grillo. Il Movimento 5 Stelle è "fatto di persone giovani e capaci che noi apprezziamo, speriamo di collaborare per il bene del Paese all’interno delle istituzioni", ha detto l’ex magistrato spiegando che non si tratta di fare "accordi elettorali" con Grillo anche perché "il progetto politico dell’Idv" resta quello di "ricostruire un’alleanza programmatica di centrosinistra che ha come base la foto di Vasto". Però da quella che fu la foto di Vasto per Di Pietro non sono arrivati molti complimenti: "L’Idv che ha fatto una scelta, non siamo stati noi a rifiutarlo. Con Monti, Idv ha via via compiuto una scelta che li ha messi in avvicinamento a punti di vista radicali, di opposizione e di attacco diretto al Pd. Era latente una scelta politica, quella di mettersi prossimi a queste posizioni 'para 5 stelle'". E pure Vendola non è stato tenerissimo con l’ex pm: "Mi spiace se Di Pietro prende la scorciatoia: costruire un progetto serio per l’alternativa è faticoso, più facile è la demagogia. Ma noi dobbiamo salvare la democrazia, l’impegno è serio".
Insomma, Donadi o no, per Di Pietro i nodi da sciogliere sono diversi se è vero che i sondaggi come
quello de La7 danno il partito in calo al 2,9%, il tutto mentre la discussione è accesa. "Ci vuole un soggetto nuovo e all’Idv non basta cambiare nome", ha sentenziato il sindaco di Napoli Luigi de Magistris.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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