Renziani alla carica. Contro Pier Luigi Bersani e contro la linea del partito. "Il rimborso elettorale ai partiti va interamente abrogato perché rappresenta una forma impropria di finanziamento pubblico alla politica. Il meccanismo disciplinato dalla legge attualmente in vigore, non fa infatti alcun riferimento alle spese sostenute dai partiti nelle competizioni elettorali ma eroga un finanziamento sulla base dei voti ricevuti".
A sostenerlo sono dieci senatori del Pd, vicini a Matteo Renzi. Si tratta di Andrea Marcucci, Rosa Maria De Giorgi, Stefano Collina, Nadia Ginetti, Roberto Cociancich, Laura Cantini, Mauro Del Barba, Isabella De Monte, Stefano Lepri e Mario Morgoni. Questi dieci senatori hanno depositato oggi una proposta di legge per abrogare il rimborso elettorale ai partiti.
"Bisogna ripartire dal referendum del 1993 che fu clamorosamente aggirato e abolire una legge giustamente invisa all’opinione pubblica, per poi studiare meccanismi alternativi che prevedano il contributo diretto dei cittadini, anche attraverso il credito di imposta. Il modello al quale ci ispiriamo stimola una larga partecipazione degli elettori, con l’obiettivo di incentivare micro versamenti volontari. In 40 anni di finanziamento dello Stato alla politica è venuto infatti meno l’obiettivo nobile che lo ispirava, ovvero la capacità di eliminare corruzione e malversazione, così purtroppo non è stato", sostengono i parlamentari.
La proposta ha destato malumori in seno al partito, specie nel giorno in cui il sindaco di Firenze ha suonato la sveglia al segretario democratico.
"Il ddl presentato dai renziani non rappresenta la linea del partito", si tratta di un'iniziativa di un singolo gruppo di parlamentari, la posizione del partito resta quella annunciata dal segretario Bersani", ha dichiarato il tesoriere Pd Antonio Misiani, citato dall'Huffington Post.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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