C'è un prete che ha smascherato l'ipocrisia della sinistra. E non è uno che fa parte di quella stessa parrocchia rossa. È semplicemente la prova che anche a sinistra ci sono persone di buon senso. Lui si chiama Maurizio Patriciello, è il don che da anni è in prima linea a Caivano, una delle zone più abbandonate in cui regnano illegalità e degrado. E dove le due cuginette minorenne sono state stuprate ripetutamente da più persone nella connivenza più becera.
Ecco, sapete cosa ha dichiarato don Patriciello? "Meloni è la prima donna premier, è venuta preparata e ha detto le cose che volevo sentire". Ma la cosa più emblematica l'ha detta dopo ed è questa: "Ora mi tocca ricevere le telefonate indispettite dei miei amici di sinistra. Non mi perdonano di aver aperto le braccia a Giorgia Meloni. Ma se anche De Luca ha detto che qui lo Stato non si è mai visto. Dovevo starmene con le mani in mano?". La verità contro il pregiudizio. Il pragmatismo contro l'ideologia. In poche parole il prete sferra uno schiaffo così potente che mette in luce un muro precostituito che certa sinistra alza aprioristicamente a chi fa parte dell'altra barricata, peggio ancora se è di destra. In un gioco delle parti in cui è vietato anche solo a parlare col "nemico", Patriciello è un marziano, o se volete un boicottatore, un traditore. Invece è un modello a cui la sinistra dovrebbe ispirarsi.
Ma non per questioni di piaggeria o di servilismo istituzionale (Patriciello lo ha anche detto in modo chiaro: "Sarò il primo a fischiare se la Meloni non manterrà le promesse") ma per buon senso democratico. La destra non è un filo spinato elettrico che non si deve toccare mai. E i cosiddetti "amici" che hanno chiamato don Patriciello per redarguirlo ergendosi a cattivi maestri prendano il telefono e gli chiedano scusa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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