Scioperi e cortei Tira già aria di rivolta

Ieri manifestazioni spontanee in tutta Italia. A Siena i dipendenti Piaggio bloccano la superstrada

Scioperi e cortei Tira già aria di rivolta

RomaUna raffica di scioperi in tutta Italia, mobilitazioni spontanee dei lavoratori nelle aziende di diversi settori in difesa dell’articolo 18. Ovunque manifestazioni, presidi, blocchi stradali per dire no ai diktat del governo sui licenziamenti facili. Per ora sono solo fiammelle, segnali di un disagio diffuso che danno il polso di quello che potrebbe accadere quando la Cgil darà il via alla protesta vera. «Se continua così - avverte Rocco Palombella, segretario generale della Uilm - continueremo a scioperare finché il Parlamento non cambia provvedimento».

In quello che per molti è il quarto giorno consecutivo di sciopero, cresce anche il numero delle iniziative unitarie. Dalla Sicilia al Piemonte, passando per la Liguria, dove i dipendenti dei cantieri navali del gruppo Fincantieri sono sul piede di guerra, e la Sardegna, dove i dipendenti della raffineria petrolifera dei fratelli Moratti hanno manifestato davanti ai cancelli della Saras. Le tute blu della Piaggio di Pontedera hanno scelto invece di bloccare il traffico sulla superstrada Firenze-Pisa-Livorno. «Eravamo in tanti - spiega Marcello Franchi, segretario provinciale Fiom - nonostante gli scioperi fatti nei giorni scorsi. Per adesso gli unici rimedi alla crisi sono maggiori strumenti per licenziare e una drastica riduzione dei lavoratori. Non è stato fatto nulla, invece, per assumere le persone».

Continua la protesta in Piemonte, dove ieri si sono fermati i lavoratori della Lavazza, dell’Alenia e del gruppo Pininfarina. Stop di un’ora anche in tutti gli stabilimenti Michelin, a Cuneo, Alessandria e Torino. E oggi tocca alla Lavazza di Settimo, alla Martini&Rossi di Chieri e alla Bp di Volpiano. Nelle aziende di tutti i settori - terziario, industria, cooperazione sociale - sono stati approvati numerosi ordini del giorno con centinaia di firme di dipendenti. «Dicono no - sostiene la Cgil piemontese - a una riforma che fa pagare il prezzo della crisi del Paese sempre e solo a lavoratori e pensionati e che non favorisce l’occupazione dei giovani». Dall’Alenia di Torino sono scese in strada 800 persone, tra tecnici e impiegati. Erano in 500, invece, i lavoratori in corteo fuori dallo stabilimento dell’Avio di Rivalta.

«Le iniziative in corso preparano lo sciopero generale indetto dalla Cgil - avverte Federico Bellono, segretario provinciale Fiom - per noi la partita non è chiusa, in Parlamento tutte le forze politiche

dovranno assumersi le proprie responsabilità». In agitazione anche i metalmeccanici lombardi e umbri. Al via anche i primi scioperi nel mondo delle costruzioni. Da Nord a Sud, uniti per dire «giù le mani dall’articolo 18».

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