Chi di adulterio ferisce, di adulterio perisce. È una regola senza eccezioni.
Per tradire Ségolène, Valérie è stata protagonista indispensabile del misfatto, quanto Hollande. Vale a dire che un uomo non può tradire da sé e con sé, ma ha la necessità di un'altra donna (o uomo a volte) complice e con quasi pari responsabilità. Dunque, se una donna, consapevolmente, si accoppia con un uomo già accoppiato, commette essenzialmente due errori. L'uno, di non essere solidale con un'altra (...)
(...) donna - l'alleanza tra donne sarebbe l'unica prevenzione in tema di tradimenti - e l'altro di disegnarsi malamente il proprio destino.
Gli uomini traditori, infatti, non si accontentano mai di uccidere una volta sola o un solo amore: sono serial killer dei sentimenti e cercano il gusto della maschilità nella ripetizione a catena della conquista pseudo amorosa. Pertanto chi accoglie tra le braccia un traditore, acquista giorno per giorno il ruolo certo della futura tradita. Se non altro per una questione di giustizia distributiva e perché ci si renda finalmente conto di quale sia la durezza di un dolore prima inferto e poi ricevuto.
Se invece l'oggetto del desiderio non è proprio quello che possa definirsi «un gran figo», ma un ometto che si sponsorizza del suo potere (sociale, ops non sessuale), allora forse non dovremmo parlare di sentimenti devastati bensì di aspettative frustrate. In questa direzione potremmo interpretare il diplomatico ricovero in ospedale di Valérie, forse per la necessità di elaborare opportune strategie di mantenimento delle posizioni conquistate.
L'Eliseo val bene un perdono, ma solo per tenersi il luogo e non l'uomo in questione, probabilmente.
E se Valérie pensa che Hollande potrà mai essere pentito e sconvolto dal suo immediato ricovero, non conosce ancora bene la stoffa dei traditori: il senso di colpa non fa parte del loro ordito e la trama del loro sentire è piena di falle sconnesse. Per di più, l'apparentemente pacioso Hollande ha istericamente invocato la privacy e quasi imposto la censura su questo affaire d'amour, quasi ne avesse diritto: ignora che la notorietà e ancor di più la pubblica responsabilità dovrebbero quasi annullare le pretese di privatezza del proprio agire, perché in cambio si guadagnano enormi interessi economici e sociali. Che non è giusto siano gratuiti, ma devono invece poter costare almeno qualche sacrificio personale.
Se questi uomini sapessero mantenere a dritta quello spensierato timone che li guida, eviterebbero di spargere dolore e di scandalizzarsi alle inevitabili e giuste critiche. Le donne, da parte loro, dovrebbero allearsi per considerare, tutte, privi di qualsiasi attrattiva gli uomini accoppiati. Presidenti o impiegati del catasto che siano. Risparmierebbero, solo così, lacrime brucianti e perdoni inutilmente profusi.
A meno che la posta in gioco non sia un trono all'Eliseo. Dove, però, bisogna metterlo in conto, non c'è da indossare una corona rilucente di diamanti, bensì intrecciata di corna molto evidenti e ampiamente commentate.
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