"Sembriamo un centro di psicanalisi". Pure i giovani dem bocciano il Pd

A Bologna un centinaio di amminitratori locali e simpatizzanti dem hanno dato sfogo all'insoddisfazione. "Questa classe dirigente ha stancato. Intanto il premier donna l'ha fatto la destra"

"Sembriamo un centro di psicanalisi". Pure i giovani dem bocciano il Pd

Contrariati molto, delusi moltissimo. Scontenti e rassegnati, assai. I critici più spietati e severi il Pd ce li ha in casa propria, lontano dai palazzi romani ma vicino alla base elettorale. Si tratta dei giovani amministratori locali in quota dem, da mesi in preda alla frustrazione per come stanno andando le cose nel loro partito di riferimento. Il trionfo al voto del centrodestra e l'inaspettato ringalluzzimento dei Cinque Stelle hanno fatto sì che le loro voci di dissenso iniziassero a levarsi con maggiore coraggio, sino a esplodere letteralmente. Così, la stesura dei panni sporchi sulla pubblica piazza si è consumata senza troppi complimenti in una delle occasioni di confronto tra le nuove generazioni dei progressisti nostrani.

Le critiche dei giovani dem

Nei giorni scorsi, a Bologna, un centinaio di amministratori e simpatizzanti dem si sono ritrovati per discutere del futuro del partito e per dare sfogo ai loro giudizi lapidari sull'attuale dirigenza. Chissà, forse saranno fischiate le orecchie a Enrico Letta, ad Andrea Orlando e a Dario Franceschini, tra gli esponenti dem più citati e criticati. I rimproveri, chiaramente, sono partiti proprio dalla batosta elettorale per certi versi prevedibile del Pd. "Non capisco perché, di fronte a questa sconfitta, non c'è nemmeno quella botta di orgoglio, quella sensazione di pancia...", ha affermato ad esempio dal palco Giulia Corazzi, presidente del consiglio comunale di Rimini. "Ci siamo trincerati tutti dietro un congresso di cinque mesi, neanche fossimo il più grande centro di psicanalisi", ha criticato l'amministratrice romagnola, come documentato in un servizio tramesso dalla trasmissione di La7, Tagadà.

La bocciatura della dirigenza Pd

Le telecamere hanno poi raccolto i pareri altrettanto inclementi di altri giovani. "Questa classe dirigente ha un po' stancato", ha esclamato senza giri di parole Daniele Friggeri, sindaco di Montechiarugolo (Parma). E non sono mancati anche i nomi dei principali "indiziati". Riferendosi alle continue beghe interne ai dem, la tesserata Pd Chiara Berti ha lamentato: "Franceschini e Orlando si guardano e dicono: 'Mi raccomando tu stai nella tua corrente che io sto nella mia'". Parole che hanno segnato una siderale distanza con l'autopercezione che i dirigenti romani sembrano avere del partito. Riguardo al futuro, tra i volti che hanno suscitato una certa speranza c'è stato quello di Stefano Bonaccini.

"Il premier donna l'ha fatto la destra"

"Per il Pd è arrivato il momento di rigenerarsi, facendo parlare chi il partito lo costruisce ogni giorno, cioè gli amministratori locali", ha osservato ai microfoni di La7 Enrico Monti, presidente del consiglio comunale di Forlimpopoli (Forlì). Poi la considerazione quasi rassegnata: "Massimo rispetto per chi ha fatto la storia di questo partito, però intanto la prima donna premier l'ha fatta un governo di destra". Con buona pace degli occhi di tigre di Enrico Letta. "Noi abbiamo avuto il coraggio di dire ciò che pensato tanti", ha invece commentato Davide Di Noi, membro della direzione nazionale Pd, dando voce a un malcontento a suo avviso piuttosto diffuso.

La fiducia venuta meno

La sensazione del resto è che l'affezione anche tra i

giovani simpatizzanti dem sia ai minimi storici. "Come faccio a stare in questo partito quando sento che cerca tutto tranne che noi, che ne siamo il motore?", si è chiesta un'amministratice riminese. Bella domanda.

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