Solo ora Napolitano capisce

Denunciati i pm per le sue intercettazioni illegali. Ma su Berlusconi lasciò fare

Napolitano ha denunciato la Procura di Palermo per attentato alla Costi­tuzione che garantisce riservatezza assoluta alle conversazioni telefoni­che del capo dello Stato. La vicenda riguarda la complessa e antica questione della presunta trattativa tra Stato e mafia per allentare la carce­razione dura ai boss in cambio di una sospensio­ne degli attentati che in quegli anni, primi anni Novanta, insanguinavano l’Italia. Napolitano ne avrebbe parlato, appunto al telefono, in alme­no due occasioni, con un ministro dell’epoca, Nicola Mancino, che preoccupato di essere tra­scinato dentro uno scandalo chiedeva protezio­ne a destra e a manca. Quelle intercettazioni (sotto controllo era il telefono di Mancino) anda­vano distrutte a norma di Costituzione, ma così non è stato. Sono custodite in una cassaforte di Palermo e presto o tardi le leggeremo da qual­che parte. Cosa illegale, esattamente come le conversazioni carpite a Silvio Berlusconi senza l’autorizzazione del Parlamento. E qui sta il pun­to.

Napolitano sta subendo lo stesso trattamen­to criminale fino a ieri riservato dai pm all’ex pre­mier. La sua denuncia sarebbe più credibile se come custode della Costituzione e capo del Csm, il capo dello Stato fosse intervenuto negli anni e nei mesi scorsi a difesa dei diritti del presi­dente del Consiglio, non certo inferiore ai suoi. Invece se ne è stato zitto, dando forza a pm im­broglioni e permettendo un linciaggio mediati­co senza precedenti. Le conversazioni private di Berlusconi finirono sceneggiate in prima se­rata sulla Rai, perché mai quelle di Napolitano dovrebbero essere cancellate per sempre? Per­ché quando Berlusconi denunciava l’uso politi­co delle intercettazioni veniva deriso e ora Na­politano dovrebbe essere preso sul serio?

E co­me la mettono Bersani, Casini e soci che ora non è il Cavaliere ma il capo dello Stato a sostenere che ci sono pm mascalzoni? Che fanno, portano in piazza il popolo viola con la costituzione in mano a difesa della magistratura perché «se non ora quando»? Perché il Csm non si è ribella­to all’interferenza del Quirinale? Domande inutili, per tutte la risposta è una. Siamo circondati da una banda di ipocriti che usano la giustizia per fini politici.

Godono delle disgrazie degli avversari anche se c’è il trucco e piangono come femminucce quando tocca a lo­ro o ai loro amici. Noi, almeno, non cambiamo idea per convenienza e una volta tanto stiamo con Napolitano coda di paglia. Cioè dalla parte di un Paese civile.

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