Spara in negozio al ladro Ora è accusato di omicidio

Gli sfondano le vetrine in piena notte: il terzo colpo in pochi anni Lui si sveglia e fa fuoco due volte uccidendo un romeno pregiudicato

Spara in negozio al ladro Ora è accusato di omicidio

Due colpi come si scusa lui- «alla cieca». Magari voleva soltanto spaventarli prima che finissero di devastare le vetrine del suo negozio per far razzia. È finita con un morto e con un tranquillo commerciante di paese ora nei guai con l'accusa di omicidio volontario.

Come sempre da noi. Da vittima a carnefice, sottile è il filo per leggi anacronistiche incapaci di tutelare chi perlomeno dovrebbe avere il diritto di difendersi. Oggi più di ieri.
Angelo Cerioli, cinquantadue anni, proprietario di un negozio di prodotti agricoli, rischia la galera. Ha ucciso un romeno, un ladro già conosciuto alle forze dell'ordine, più di un precedente per furto eppure ancora libero di scorrazzare per le nostre strade. Funziona così nel Paese della criminalità impunita. Soprattutto se d'importazione. Così come resta difficile provare a spiegare perché si possa uccidere per non farsi rubare un tagliaerba. Un passo indietro nel tempo può aiutare: Cerioli nel 2004 era stato derubato, sempre a casa sua, della propria Porsche, da malviventi che gli avevano anche svaligiato l'abitazione, mentre due anni fa venne rapinato della sua Golf da un bandito che gli aveva puntato una pistola alla schiena.

Tutto è successo nella notte tra sabato e domenica a Caravaggio, paesone di quattordicimila anime nella Bassa Bergamasca e una secolare disputa con Milano: quella sui natali di Michelangelo Merisi, il Caravaggio appunto.

Il ladro, 43 anni, poco prima aveva scavalcato la recinzione del centro verde «Ernesto Cerioli» di via Mozzanica. Sicuramente con almeno un complice. Nell'ora del sonno profondo, quando è difficile trovare una luce accesa. Erano le 3.15 di notte. Con una spranga si è messo a sfasciare la vetrina. Ed era già passato all'opera arraffando con l'amico sei motoseghe quando il fracasso ha destato il proprietario del negozio che abita al piano superiore. Cerioli si è affacciato alla finestra impugnando la sua calibro 38. E ha fatto fuoco contro quelle ombre che si stavano mettendo a correre. Una si è afflosciata a terra, perdendosi nell'oscurità, colpita mortalmente. È stato lo stesso negoziante a chiamare carabinieri e ambulanza. Per il romeno non c'era più nulla da fare. Morto sul colpo.

Del caso si occupa il pm Gianluca Dettori che ha già fissato per oggi l'autopsia sul cadavere dello straniero. Sembra che abitasse a Milano. Cerioli, giusto il tempo di togliersi il pigiama e vestirsi, è finito nella caserma di Treviglio. Un interrogatorio durato ore alla fine del quale all'uomo è stata contestata l'accusa di omicidio volontario.

Per grazia divina, o meglio della Procura, gli è stato risparmiato il carcere. Nel pomeriggio ha potuto far ritorno a casa. Ma con un domani, destinato ad essere lungo anni. Da incubo. Come per chiunque decida di non essere sempre e solo vittima.

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