Spread dimezzato, Monti si vanta

Il differenziale scende sotto quota 287 e il premier dispensa euforia: "Vedo la luce"

Roma Dai posteri sarà ricordato come il primo esperimento di trasmutazione genetico-politica da seguire in diretta radio e tv. Avviene sotto gli occhi del mondo e non nel chiuso del laboratorio, una via di mezzo tra Truman Monti show e il Grande Fratello di Palazzo Chigi. Il protagonista ammette di non trovarsi a proprio agio «in un ruolo non super partes, la salita in politica per me è un'operazione che trasforma dentro la mia coscienza», e si comprende come la circostanza finisca per creargli qualche confusione.
Il Montistein salito sulla giostra elettorale alterna momenti di gioia per la caduta dello «spread» sotto quota 287 («Finalmente!», scrive su Twitter) ad altri di sconforto («Commissione d'inchiesta sulla nascita del mio governo? Idea stravagante, benvenga»). Attacchi di personalità multipla («Basta tasse») a stati euforici da personalità espansa («Crisi? Io so come fare»). Persino attimi di deliquio mistico («Vedo la luce!»). Evidente che in una posizione del genere, il candidato-non candidato sia soggetto a riassestamenti continui, da tener d'occhio.

Monti l'anti-sinistra

Predilige la guida a destra, tanto da attaccare i «rossi» annidati nel Pd. «La sfida è tra chi vuol cambiare il Paese e chi, come Vendola e Fassina, è a protezione delle rendite e si oppone al cambiamento», dice ai microfoni di Radio anch'io. Ma la foglia di fico - «lo fanno per nobili motivi e in buona fede» - non basta a scongiurare la reazione. Fassina sferzante: «Per i redditi di coloro che ne entrano a far parte, la lista Monti sembra la lista Rotary». Delicato Vendola: «Ormai occupa tutti gli spazi radio-tv, ha imparato benissimo l'uso-abuso dei mass media».
Monti l'anti-destra

Il Prof si dichiara «confuso da Berlusconi sul piano logico e a tratti sul piano dell'eccessivo elogio». Lamenta che prima di candidarsi fosse un «leaderone, e mi aveva offerto la guida del fronte dei moderati», ma che ora sia diventato «leaderino, e il mio governo ha fatto solo disastri». Armi improprie, le definisce. Nessuno gli aveva spiegato che la campagna elettorale non ammette trattamenti super partes.
Monti l'anti-bipolare

L'Ego del Prof lo ha convinto che può stravincere, saccheggiando voti da Pdl e Pd, e per questo ha sancito che «destra e sinistra non esistono». I sondaggi però sì, e lo danno ancora fermo tra l'8 e il 20 per cento. A Bersani che gli chiede da che parte siederà, fornisce un ventaglio di risposte: «Io sto per le riforme», «In Europa ho un posto mio, sono molto conosciuto». Anche in Vaticano? «Non so se sono stato benedetto, quello della Chiesa è un incoraggiamento importante, come gli altri». Valori etici? «Non sono in agenda, sono meno urgenti, lasceremo libertà di coscienza. Detesto chi li usa come un'accetta contro i rivali, e poi li disattende».
Monti l'anti-Casini

I suoi uomini di fiducia, Moavero e Toniato, sono caduti nelle spire di Pierfurby. Il Prof è molto pentito di non aver sostenuto la linea Passera. L'Udc vuole le mani libere sul territorio e, realisticamente, dopo il voto per accordarsi con il Pd. Al premier non è rimasto che tornare a pregare Passera e a brandire Bondi come taglia-teste-nelle-liste. «Farà un secondo controllo, verificherà l'adeguatezza delle personalità. Dobbiamo essere selettivi». Campanello d'allarme per Cesa, Buttiglione, Binetti, Adornato, Carlucci, Lusetti. «Scorrerà il sangue», annunciano entrambe le parti.
Monti l'anti-politico

Meno tasse, tagli al numero e ai privilegi dei parlamentari, «anche se la sete di sangue è tale che qualunque taglio alla spesa pubblica sarebbe visto come inefficiente».

Il Prof ormai promette come Grillo o come «la brutta copia del Cav» (Idv). Nel Pd lo accusano di demagogia (!), nel Pdl di far ridere. Ma solo ai prossimi cambi di luna si capirà che razza di Monti sia uscito dalla provetta.

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