Lo stato maggiore del Pdl a Palazzo Grazioli

Tra i primi a giungere a via del Plebiscito i due capigruppo Renato Schifani e Renato Brunetta, il coordinatore del partito Denis Verdini e Altero Matteoli. Bondi: "Agire per non far precipitare l'Italia"

Lo stato maggiore del Pdl a Palazzo Grazioli

Pochi minuti dopo la lettura della sentenza della Cassazione lo stato maggiore del Pdl, alla spicciolata, ha raggiunto Palazzo Grazioli, residenza di Silvio Berlusconi. Sono arrivati il coordinatore Denis Verdini e i due capigruppo di Camera e Senato, Renato Brunetta e Renato Schifani e il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi. Subito dopo è giunto Altero Matteoli. Nella residenza romana dell’ex premier erano, inoltre, già presenti oltre a Marina Berlusconi anche Gianni Letta e gli avvocati Franco Coppi e Niccolò Ghedini.

"La sentenza della Cassazione - dice il senatore Sandro Bondi - non dà serenità al nostro Paese, che avrebbe un bisogno assoluto di stabilità di governo e di riconciliazione nazionale. Toccherà alle forze politiche più responsabili e alle istituzioni più coscienti della gravità della situazione, - sottolinea - agire per non far precipitare l’Italia in un pericoloso vicolo cieco e di mantenere aperta una prospettiva di tenuta dello Stato e della democrazia. Sono sicuro che il Presidente Silvio Berlusconi saprà, nonostante questa ulteriore e immotivata sofferenza che gli hanno inflitto, perseverare nel rappresentare le ragioni e le speranze di quegli italiani che vogliono vivere in un Paese civile, giusto e democratico".

"Questo Paese - scrive in una nota Luca d'Alessandro, segretario della commissione GIustizia alla Camera - era famoso per essere la culla del diritto. Oggi ne è diventato la tomba, gestita da una corporazione di becchini in toga che hanno consumato il delitto perfetto di eliminare dal panorama politico per via giudiziaria il leader di un intero popolo eletto democraticamente. Onore e solidarietà a Silvio Berlusconi, di certo più innocente e pulito di chi l’ha condannato ingiustamente".

"Come annunciato sto andando a rimettere il mio mandato di sottosegretario nelle mani del Presidente Berlusconi. Mi auguro che gli avvocati facciano immediato ricorso alla Corte Europea del Diritto dell’Uomo.

La sentenza conferma la solita italietta di Don Abbondio, salva la parte politica relativa alle
funzioni politiche di Berlusconi e salva il Tribunale di Milano che ha sbagliato completamente la sentenza sulla determinazione della pena accessoria", ha detto la Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Michaela Biancofiore.

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