Strasburgo stoppa Berlusconi: "Il ricorso non è una priorità"

La Corte europea dei diritti dell’uomo fa sapere che il ricorso sulla legge Severino è stato registrato ma ci vorrà del tempo perché si decida sull'ammissibilità

Strasburgo stoppa Berlusconi: "Il ricorso non è una priorità"

I eurotecnocrati se la prendono comoda. Non sembrano avere alcuna fretta nel prendere in esame il ricorso presentato da Silvio Berlusconi prima che la sinistra lo estromettesse dal parlamento votando la sua decadenza da senatore. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha, infatti, rifiutato la domanda del Cavaliere di trattare "con procedura prioritaria" il ricorso contro la legge Severino. Eppure chi affronta un processo dovrebbe sapere esattamente a quali conseguenze va incontro e, soprattutto, non dovrebbe essere colpito con sanzioni che non erano previste quando ha commesso il reato. Un principio banale che dovrebbe impedire la retroattività delle norme penali in un qualsiasi Paese civile. In Italia così non è. E la Corte di Strasburgo, anziché affrettarsi a riportare giustizia laddove non c'è, se la prende comoda.

Solo qualche giorno fa, l'Europa sembrava aver aperto uno spiraglio al Cavaliere. La Corte europea dei diritti dell'uomo aveva, infatti, giudicato ammissibile il ricorso contro l'applicazione retroattiva della Severino. Ricorso che era stato presentato da Marcello Miniscalco lo scorso febbraio, dopo l'esclusione dalle liste elettorali regionali in Molise. L'esponente socialista si era mosso con quattro mesi d'anticipo sull'ex presidente del Consiglio, ma il suo caso è del tutto analogo. Proprio per questo, il risultato della battaglia potrebbe essere il precedente che conta nella vicenda che ha portato all'estromissione di Berlusconi dal parlamento dopo la condanna definitiva nel processo Mediaset. Ma quando? Di sicuro la Corte europea dei diritti dell’uomo non sembra aver fretta, nonostante le elezioni europee siano alle porte. Se Strasburgo non dovesse pronunciarsi entro il prossimo maggio, al Cavaliere potrebbe quindi essere sbarrata la strada a Bruxelles. La Corte stessa ha spiegato che "il rigetto non è stato deciso oggi", ma è stato stabilito "quasi subito dopo la presentazione della richiesta". "Si tratta - spiegano da Strasburgo - di una possibilità prevista dallo statuto della Corte, per la quale di volta in volta i giudici decidono se ricorrano le condizioni".

Il Cavaliere fece ricorso a Strasburgo impugnando la legge Severino, provvedimento che stabilisce la incandidabilità e il divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna. Per Berlusconi, condannato a quattro anni con sentenza passata in giudicato nell'ambito del processo sui diritti tv, la legge ha fatto scattare la decadenza da senatore, che fu votata e approvata dall'aula di Palazzo Madama. Facendo riferimento all’articolo 7 della convenzione europea (Cedu), che regola principio di legalità delle sanzioni penali, l'ex premier ha incentrato il ricorso sul principio secondo cui l’applicazione in tema di incandidabilità e decadenza del ricorrente "è contraria al divieto di retroattività delle sanzioni penali". Secondo i legali di Berlusconi, le norme in tema di incandidabilità e di decadenza del mandato parlamentare violano anche l'articolo 3 che, invece, regola il diritto a libere elezioni. Nel caso di specie è stato, infatti, violato anche l’articolo 13 che regola il diritto a un ricorso effettivo. L'ordinamento italiano, è la tesi della difesa del Cavaliere, non prevede alcun rimedio "accessibile ed effettivo" per ricorrere contro l’incompatibilità della legge Severino con la Convenzione europea dei diritti umani. "La disposizione impone agli Stati contraenti l’obbligo di offrire alle persone che sono sottoposte alla sua 'giurisdizione' la possibilità di far valere le proprie doglianze di violazione dei diritti garantiti dalla Cedu e dai suoi protocolli e di ottenere che esse siano esaminate con sufficienti garanzie procedurali e in modo completo da un foro domestico appropriato che offra adeguate garanzie di indipendenza e imparzialità", si legge nel testo che fa riferimento a una luna prassi giurisprudenziale citando, da ultima, la sentenza del 3 settembre scorso "Milen Kostov c. Bulgaria".

Nonostante i precedenti la decisione di Strasburgo è tutt'altro che scontata. La partita che porterà al pronunciamento sul ricorso, è ancora tutta da giocare.

Intanto, però, i giudici di Strasburgo hanno stabilito che i tempi della decisione saranno quelli ordinari e non quelli della procedura d'urgenza. In questo modo sembra chiudersi la strada che avrebbe potuto portare Berlusconi a Bruxelles.

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