La guerra scatenata dalla Russia di Putin, secondo molti opinionisti avrebbe potuto creare problemi al centro-destra riguardo alle diverse posizioni da tenere con il Cremlino dato il forte interscambio economico e commerciale con l'Italia. In realtà, il governo Meloni, ha proseguito sulla medesima linea tracciata da Mario Draghi, rispettando gli impegni con gli alleati occidentali e non facendo mai mancare il suo supporto in sede internazionale al presidente Zelensky. Nel corso dei mesi le spaccature più importanti si sono avute a sinistra dello schieramento politico, dal M5S ad alcuni importanti settori del Pd. Giuseppe De Cristofaro, presidente del gruppo misto e punto di riferimento in Senato dell’Alleanza Verdi-Sinistra, già sottosegretario all’Istruzione con Conte non nasconde la soddisfazione per come il M5S si stia avvicinando alle proprie posizioni sulla guerra e rilancia l’idea di un campo largo dal Pd ai 5S. E dal suo disegno si intuisce come una buona fetta di sinistra italiana ormai guardi a Conte come leader.
Senatore, l’invio delle armi a Kiev, e quindi la politica estera, vi sta allontanando dall’alleanza con il Pd?
“Il Pd conosceva la nostra posizione - ribadita in mille occasioni pubbliche e private - e noi la loro, ben prima delle scorse elezioni. Non vogliamo abbandonare l’idea pacifista che ci contraddistingue”.
Quindi avete fatto un’alleanza di mera convenienza?
“Con il Pd non c’era nessun patto e programma di governo. Abbiamo fatto un’alleanza che possiamo definire ‘prevalentemente elettorale’ ”.
Lei ha parlato di “idea pacifista”. Non crede però, visto anche come si stanno muovendo molti vostri colleghi della sinistra europea, sia doveroso partecipare in sostegno di un popolo barbaramente invaso?
“L’argomento è delicato e non voglio semplificare: non mettiamo sullo stesso piano i due paesi. Noi crediamo che ci sia uno stato aggredito, l’Ucraina e uno aggressore, la Russia. Abbiamo un giudizio negativo di Putin e delle sue politiche, dell’invasione, quindi nessun tipo di giustificazione e rigurgito di qualunque genere. Condanna fermissima dell’invasione russa…”.
E allora perché votate contro? I Verdi in Germania hanno fatto pressione su Scholz per inviare i carri armati Leopard.
“L’invio di armi temiamo che possa favorire una escalation militare senza ritorno e pensiamo che sia più utile una forte iniziativa diplomatica. Ma è chiaro che se gli stati europei continuano nel fornire strumenti bellici, diventando parte in causa del conflitto, è più difficile giocare un ruolo terzo di mediazione. Più passano i mesi, più questo convincimento ci sembra rafforzato perché ormai è passato diverso tempo e la situazione non è cambiata”.
Il movimento di sinistra Articolo 1, fondato da Bersani, D’Alema, Speranza ecc… è rientrato nel PD. Alcuni esponenti si sono subito smarcati votando in dissenso con i democratici sull’Ucraina.
“C’è stato anche il voto contrario dell’esponente indipendente del Pd, Paolo Ciani, che fa riferimento a Demos; non ha votato Laura Boldrini, ma dobbiamo ricordare anche Nico Stumpo e Arturo Scotto. Questo mi sembra indicativo! È evidente che nel mondo politico largamente inteso, c’è un dissenso molto più largo di ciò che si vede in parlamento. In parlamento c’è un dissenso che per molti mesi è stato esclusivamente limitato solo al mio partito, perché Sinistra Italiana, era veramente l'unica a votare contro l’invio delle armi. Adesso anche i Cinque Stelle sono arrivati a questa posizione e dal nostro punto di vista è importante. Mi interessa poco come ci sono arrivati…”.
Questi eventi vi spingono a ricercare nuove alleanze magari proprio con il M5S nella creazione di un “polo rosso”?
“Devo dire che in questo caso specifico - capisco che i rapporti di forza sono quelli che sono - ma è più vicino il M5S a noi, che non noi ai 5S. Tuttavia credo che questo ‘polo’ debba comprendere anche il Pd. Io sono il primo a pensare che l’unico modo per avere in Italia uno schieramento sufficientemente largo da poter essere anche competitivo nei confronti del centro-destra - in Italia è forte da sempre, radicato, rappresentativo – si debba costruire un’alternativa reale sul modello del Conte II”.
Al congresso del Pd dunque sosterrete – seppur indirettamente – Elly Schlein?
“Non mi permetto di
interferire sulle vicende altrui. Guardiamo con interesse ciò che succederà. Certo, dal punto di vista programmatico abbiamo maggiori elementi di assonanza con la Schlein o anche Cuperlo. Ma siamo pronti a interloquire con tutti”.
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