Partito Democratico al primo posto tra le compagini nazionali e Movimento 5 Stelle in calo di oltre un punto e mezzo. È il risultato di un sondaggio Swg sulle intenzioni di voto degli italiani, realizzato per Agorà di Rai3.
I risultati danno il Pd al 30%, con un balzo di oltre tre punti in soli sette giorni, nella settimana segnata dal dibattito televisivo tra Matteo Renzi e Pier Luigi Bersani, domenica al ballottaggio per le primarie di partito. A non guadagnare è invece il Movimento di Beppe Grillo, che per la prima volta da molto tempo finisce sotto il 20% (19,5%). Guadagna qualcosa il Sel (+0,7%), raggiungendo il 6%.
Il Pdl perde un punto rispetto a settimana scorsa e scende sotto il 15% (14,3%). Se il Cavaliere dovesse decidere di creare una lista "Forza Italia 2.0" avrebbe il 9,3% di voti alle prossime politiche. Roberto Weber, presidente di Swg, spiega che "i voti proverrebbero tutti dal Pdl, che quindi scenderebbe circa al 4%".
Primarie Pd
Nel sondaggio anche le statistiche interne al centrosinistra, che danno l'attuale segretario, Pier Luigi Bersani, ancora in vantaggio su Renzi. La forbice dei voti a lui favorevoli oscilla tra il 53% e il 57%, quella del sindaco fiorentino si ferma tra il 43% e il 47%.
SWG si interroga anche sullo spostamento dei voti di Vendola, Tabacci e Puppato nel secondo turno delle primarie democratiche. Il sondaggio sottolinea come il 57% dei voti andati a Vendola confluirà su Bersani, mentre il 15% a Renzi. Il 28% non esprimerà un secondo voto. Per il segretario Pd anche il 47% dei voti di Laura Puppato e il 25% di quelli di Bruno Tabacci.
A tre persone su dieci non dispiacerebbe poi vedere un ticket con Bersani candidato premier e Renzi suo vice. La percentuale sale (33% degli italiani) se si invertono i ruoli.
Restringendo il campo a chi ha votato al primo turno delle primarie, il 66% vorrebbe il Bersani-Renzi, mentre l'ipotesi contraria vedrebbe favorevoli il 62% delle persone.SWG prende in considerazione anche un'ultima ipotesi, quella di un ipotetico partito guidato dal sindaco fiorentino. La formazione non andrebbe oltre il 4,7%.
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