Tajani avverte la minoranza "L’Aventino? Un errore". Ma Conte, Calenda e Schlein sono appiattiti. Eccezione IV

Le forze politiche si preparano all'incontro con Giorgia Meloni. Domani la premier vedrà le opposizioni per aprire le danze sulle riforme istituzionali

Tajani avverte la minoranza "L’Aventino? Un errore". Ma Conte, Calenda e Schlein sono appiattiti. Eccezione IV

Le forze politiche si preparano a domani, quando Giorgia Meloni vedrà le opposizioni per aprire le danze sulle riforme istituzionali. Il premier tira dritto: il programma elettorale si rispetta. E prima delle urne è stato promesso un profondo cambiamento dell’assetto istituzionale, con presidenzialismo e autonomia. Ma a inizio settimana si discuterà anche di legge elettorale e di Giustizia. Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, avverte l’opposizione, definendo «grave errore» l’ipotesi che la minoranza salga sull’Aventino. E in caso di niet da parte dell’opposizione, chiedono a Tajani a Rai3? «Noi andremo avanti, poi ci saranno i referendum e decideranno i cittadini». Augusta Montaruli, deputato di Fdi, sottolinea la rotta a il Giornale: «Quelle su presidenzialismo e autonomia differenziata sono le riforme istituzionali di cui l’Italia ha bisogno per essere più stabile e più forte in economia. Vogliamo intervenire con il massimo coinvolgimento di tutti, ma senza accettare alcun veto». Stessa sottolineatura dal senatore Marco Lisei, sempre di Fdi: «Perderebbero una occasione - dice, riferendosi alle opposizioni - se si arroccassero su posizioni di parte ed ideologiche, ma la nuova deriva estremista che ha preso la Schlein non lascia ben sperare». Già, quella Schlein che, come ricordato dalla Lega, non era contraria alle autonomie regionali quand’era la vice di Bonaccini in Emilia-Romagna. E invece ora grida allo scandalo tanto sul presidenzialismo quanto sulle autonomie, inseguendo Conte. Il leader grillino fa sapere che è pronto ad «ascoltare» e che sarà presente «al tavolo» ma tra scorre la campagna elettorale per le prossime amministrative a parlare dei rischi del disegno meloniano, rischi che interesserebbero soprattutto il Sud. La senatrice Alessandra Maiorino conferma a il Giornale l’assoluta contrarietà grillina al progetto di riforme. La vice presidente del Senato, la grillina Mariolina Castellone, le definisce addirittura «inutili riforme» che stravolgerebbero «la Costituzione». Per l’onorevole Davide Bellomo, della Lega, il «dibattito sulla legge dell’autonomia è surreale. La legge in alcuna maniera pone differenze tra aree del paese». E ancora: «Dà la possibilità (volontaria) alle Regioni di poter in alcune materie (quelle indicate dalla Costituzione) di averne la potestà esclusiva. E questo è sicuramente un vantaggio». Poi andranno «individuati con precisione i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) ed il fondo perequativo» ma le critiche delle opposizioni restano insensate. Contrarietà ferma a entrambi i cambiamenti anche dall’Alleanza Verdi-Sinistra. L’apertura dell’esecutivo rischia dunque d’infrangersi contro un muro di no. E l’Aventino potrebbe essere a tutti gli effetti l’opzione preferita da Pd, 5Stelle e AVS. Forza Italia alimenta una sana dialettica politica, con il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto che afferma che l’obiettivo è «attualizzare la Costituzione». Una novità: anche Azione di Carlo Calenda, con l’intervista di Mara Carfagna al Corriere della Sera, si schiera contro il presidenzialismo per via dei «rischi». E così la Carfagna cambia di netto posizione rispetto alla linea di quando militava in Forza Italia. Diverso il discorso per Italia viva che sul presidenzialismo è aperturista. La Paita, capogruppo del Tp al Senato, osserva che «cambiare le regole del gioco non può essere un tabù». Iv vuole però l’elezione diretta del premier sul modello del sindaco d’Italia.

Sulle autonomie, la Paita ha una visione netta: «L’idea di un Paese che spezzetta le competenze quando ci sarebbe bisogno invece di maggiore governo in materie importanti come scuola e sanità non mi convince». La capogruppo pensa che il governo stia facendo solo «propaganda» e che alla fine della fiera i risultati non ci saranno. Il centrodestra però sembra davvero deciso.

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