Terremoto, Gabrielli: "Gli emiliani hanno reagito meglio degli aquilani"

Per il capo della Protezione civile, se L'Aquila non è stata ancora ricostruita la colpa è degli abitanti

Terremoto, Gabrielli: "Gli emiliani hanno reagito meglio degli aquilani"

"Gli emiliani hanno reagito meglio degli aquilani". Una dichiarazione, quella fatta da Franco Gabrielli, che farà discutere. Il capo della Protezione civile risponde così al sindaco de L'Aquila, Massimo Cialente, che si lamenta come la ricostruzione della città distrutta dal sisma del 6 aprile 2009 sia ancora ferma. "Ci sono molte cause, ma anche il territorio ha le sue responsabilità. Io ho visto un territorio, quello emiliano, molto diverso dalla mia esperienza aquilana. È sempre facile dare le responsabilità ad altri, a chi sta fuori", ribatte Gabrielli, "C'è in alcune comunità un attivismo, una voglia di fare, che sono insiti. La differenza, storicamente, in Italia, non la fa la quantità di denaro destinato agli aiuti, ma la capacità di progettualità di ogni singolo territorio".

Se il capoluogo abruzzese (soprattutto il suo centro storico, la cosiddetta zona rossa) è ancora inagibile, insomma, è colpa degli aquilani. Certo anche la differenza di conformazione geografica e di sistema industriale ha giocato la sua parte. Immediata la risposta di Cialente, secondo cui "da aprile al primo febbraio 2010 siamo passati dal potere assoluto della Protezione Civile a un regime di commissariamento, in cui la stessa organizzazione escludeva completamente un ruolo degli enti locali. La tragedia dell'Aquila si chiama governance e burocrazia, altro che volontà e progettualità del territorio. Colpa di un governo e di tutto un meccanismo che ha creato una governance in cui gli enti locali non avevano alcun ruolo". Il sindaco non accetta le critiche perché spiega che "Gabrielli ha perso la capacità di avere notizie sulla situazione aquilana, noi abbiamo dovuto inventare come ricostruire. Le città vanno ricostruite dai cittadini non da un potere commissariale".

Gabrielli prova a spegnere le polemiche ricordando che "evocare i morti e le distruzioni non serve a nascondere le responsabilità che, come ho ricordato anche nelle citate dichiarazioni, sono molteplici ma che non possono non riguardare anche il territorio e le sue istituzioni. Non pretendo di dare pagelle, non è mia intenzione offendere la memoria delle 309 vittime o dimenticare i dolori patiti, semplicemente credo sia nelle mie facoltà, laddove mi viene peraltro richiesto, esprimere un giudizio che seppur non gradito è difficilmente contestabile".

Intanto il governo stanzia altri 91 milioni per le zone

terremotate dalle risorse ricavate dai tagli ai rimborsi ai partiti. Il decreto è stato firmato oggi e ripartisce i fondi tra Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto (61 milioni in totale), Umbria (20 milioni) e Abruzzo (10 milioni).

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