Tik Tok contro Pro Vita & Famiglia, il social censura il video

Tik Tok ha impedito a Pro Vita & Famiglia di mostrare il video della prima consegna della petizione contro le nuove linee guida sulla medicina di genere Lgbtq

Tik Tok contro Pro Vita & Famiglia, il social censura il video
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Pro Vita & Famiglia censurata da Tik Tok. Se la scorsa settimana la sede della Onlus cattolica era stata vandalizzata con messaggi del tipo "Giù le mani dai nostri corpi!", oggi il social network cinese ha impedito a Pro Vita & Famiglia di mostrare il video della prima consegna all'Istituto Superiore della Sanità della petizione contro le nuove linee guida sulla medicina di genere LGBTQ.

Mentre ci impegniamo sul fronte della protezione della vita e dei bambini, qualcuno cerca di mettere un bavaglio alla nostra voce anche sulle piattaforme digitali”, scrive Tony Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia nella newsletter inviata ai sostenitori della Onlus da lui fondata. Il video è stato rimosso per “incitamento all’odio”. Un video in cui i cattolici stavano consegnando la loro petizione nelle mani dei rappresentanti del Ministro della Sanità. “Questi attacchi digitali si sommano a quelli fisici, dimostrando che la strada che stiamo percorrendo è scomoda… ma è quella giusta”, scrive ancora Brandi che annuncia: “Hanno cercato di silenziarci, ma la nostra risposta sarà forte e chiara. Vogliamo far vedere a tutti che ogni vita è preziosa e merita di essere protetta”. E ancora: “Non è un caso che la censura di Tik Tok sia arrivata proprio ora: stiamo dando fastidio a potenti lobby con le vittorie rese possibili dai nostri sostenitori”.

Ora, quindi, sulle serrande vandalizzate, compare "un'enorme immagine di Michelino, un bimbo nel grembo materno, simbolo di tutta la bellezza e la sacralità della vita". Gli autori dell'attacco vandalico, invece, sono stati identificati e dovranno rispondere delle loro azioni davanti al Tribunale di Roma. Da parte dei collaboratori del ministro della Sanità c'è stata la disponibilità a esaminare nuovamente le linee guida sulla medicina di genere Lgbtq per proteggere i minori. Si tratta di linee guida che promuovono e sostengono l’ideologia gender. Si raccomanda i medici di invitare i minori con dubbi sulla propria identità a rivolgersi alle “associazioni LGBT+ del territorio”. Ma non solo. Si chiede a tutto il personale medico e socio-sanitario "di fingere l’inesistenza clinica proprio di quelle differenze, maschili e femminili, che in realtà dovrebbero valorizzare".

In pratica, secondo i cattolici, queste linee guida spingono bambini "tra le braccia di associazioni ideologizzate, esponendoli a un percorso di transizione che può causare gravi danni fisici e psicologici, con effetti irreversibili sulla loro vita".

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