Dalle Politiche al Trentino: ein plein del centrodestra alle elezioni

Negli ultimi tredici mesi si sono registrate solo vittorie della maggioranza di governo tutte le volte che i cittadini sono stati chiamati alle urne per scegliere i proprio amministratori

Dalle Politiche al Trentino: ein plein del centrodestra alle elezioni
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Polemiche animaliste, attacchi personali e sondaggi che alla vigilia del voto promettevano un testa a testa tra il centrodestra e il centrosinistra. Alla fine i risultati definitivi provenienti dal Trentino dimostrano nuovamente la solidità della coalizione che sta governando in questo momento il Paese: Maurizio Fugatti viene riconfermato a valanga come presidente della Provincia autonoma di Trento, imponendo quattordici punti percentuali abbondanti al suo più "vicino" inseguitore. Un gradimento che va ben oltre il 50% dei voti validi espressi dai cittadini trentini che hanno così deciso di far restare alla guida dell'ente territoriale amministrativo l'esponente della Lega per altri cinque anni. A ben guardare questo risultato, inoltre, si possono fare ulteriori considerazioni per quello che riguarda l'ambito nazionale.

Quello conquistato dal centrodestra nella giornata odierna nella provincia di Trento è il quinto successo di fila del centrodestra alle urne. Si parte infatti dalle elezioni Politiche del 25 settembre 2022, che portarono Giorgia Meloni ad assumere il ruolo di presidente del Consiglio. Negli ultimi tredici mesi, poi, non c'è mai stata partita in tutte le competizioni che hanno riguardato il rinnovo di incarichi istituzionali a livello locale. Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia hanno inanellato un trionfo dietro l'altro: prima con le Regionali in Lombardia e Lazio nel febbraio 2023 (rispettivamente con Attilio Fontana e Francesco Rocca), in Friuli Venezia Giulia ad aprile (Massimiliano Fedriga), nella Comunali di maggio (simbolica la vittoria nella roccaforte rossa Ancona), nel Molise a giugno Francesco Roberti) e infine a Trento oggi con Fugatti. Senza poi contarre che, in tutti i contesti regionali, le affermazioni sono sempre arrivate con la maggioranza assoluta delle preferenze, nonostante la legge elettorale non preveda di superare il quorum del 50% in quanto non esiste un doppio turno. Un vero e proprio ein plein.

Non solo, ma considerando ormai generalmente l'elezione per il presidente della Provincia autonoma di Trento alla stregua di quella per un governatore di Regione, possiamo dire che si tratta della settima vittoria regionale consecutiva del centrodestra: Calabria, Sicilia, Lombardia, Lazio, Friuli, Molise, Trentino. Alle elezioni regionali, quindi, il centrosinistra non tocca palla da più di tre anni (settembre 2023 con le imposizioni in Toscana, Campania e Puglia) e non riesce a strappare una sola regione al centrodestra dal lontano maggio 2015, quando Vincenzo De Luca scalzò Stefano Caldoro dalla Campania. Tutti sintomi di un'opposizione che non riesce minimamente a convincere l'opinione pubblica italiana di potere assurgere al ruolo di una valida alternativa alla maggioranza di governo: né per andare a Palazzo Chigi né per amministrare comuni e regioni.

Anche perché a livello locale una delle forze del centrosinistra - il Movimento Cinque Stelle - continua a perdere nettamente colpi: se nel 2018 aveva preso alle provinciali di Trento 7,2% (e alle Politiche di settembre 2022 il 6%), oggi è crollato al 2%. Un disastro che è destinato a proseguire. Il "cappotto" del centrodestra può consolidarsi.

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