
Bocciato il piano della sinistra in Umbria per le case popolari agli immigrati. Ieri mattina il Consiglio delle autonomie locali - un parlamentino dei Comuni a maggioranza centrosinistra - ha respinto il regolamento di assegnazione degli alloggi di edilizia pubblica messo sul tavolo nelle scorse settimane dalla giunta rossa guidata da Stefania Proietti.
Come evidenziato dal Messaggero, il nodo era legato all'accesso alle case popolari da parte dei cittadini di origine straniera. La precedente giunta regionale guidata dalla leghista Donatella Tesei aveva introdotto tre requisiti indispensabili per poter ricevere le chiavi di una casa popolare: cinque anni di residenza ininterrotta in Italia, non possedere una casa all’estero e la condizione che tutti i componenti del nucleo familiare fossero incensurati. Ebbene, la nuova giunta di sinistra ha cancellato queste tre condizioni su proposta dell’assessore alle politiche abitative Fabio Barcaioli, esponente di alleanza Verdi-Sinistra.
Entrando nel dettaglio, i cinque anni di residenza sono stati trasformati in un legame stabile di 12 mesi, mentre sia il requisito di non possedere una casa all'estero che la condizione che tutti i componenti del nucleo familiare siano incensurati sono svanite nel nulla. Questa la spiegazione dell'assessore rossoverde: "Il nostro obiettivo è rafforzare i criteri di equità e trasparenza, la riforma si basa su principi di giustizia sociale e precisi riferimenti giuridici, il requisito dei cinque anni di residenza è stato dichiarato incostituzionale, la proprietà di immobili all’estero era impossibile da verificare e incagliava la costituzione della graduatoria. La maggioranza è compatta, come i cittadini che c’hanno dato fiducia, la nostra proposta risponde a un’esigenza reale, a differenza di chi continua a cavalcare argomenti divisivi".
Ma la giunta umbra non ha fatto i conti con il Consiglio delle autonomie locali e la sua clamorosa bocciatura. 14 sì e 14 no, ma il regolamento prevede che il pari valga un no. Attenzione: si tratta di un parere consultivo e non vincolante, ma il segnale è forte, anzi fortissimo. Come evidenziato in precedenza, il parlamentino è a maggioranza centrosinistra ed è presieduto dal sindaco di Bastia Erigo Pecci: "Un confronto acceso ha polarizzato le posizioni, il voto anche da remoto ha risentito di alcune difficoltà nella gestione delle presenze. Certo, non tutti i rappresentanti presenti hanno espresso un’opinione contraria alla riforma".
Il centrodestra gongola per la brutta figura dell'amministrazione Proietti.
"Quella riforma va contro le fasce più deboli della popolazione e risponde solo a logiche politiche di estrema sinistra" l'affondo del segretario regionale della Lega Riccardo Marchetti ai microfoni del Messaggero: "Nessuno più degli amministratori locali conosce le problematiche del territorio e le necessità delle famiglie. La bocciatura da parte dei Comuni umbri di uno dei primi atti ufficiali della giunta Proietti è un segnale importante".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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