Val Susa, i No Tav ora cercano il morto Su internet: "Adesso vi ammazziamo noi"

I No Tav occupano le autostrade. E su internet i teppisti annunciano vendette dopo gli scontri con la polizia: "Ora è guerra". Un video smaschera i provocatori. Insulti al carabiniere: "Pecorella". Paralizzato il traffico con la Francia, blocchi in tangenziale a Torino. Il ministro Cancellieri: "Vanno tutelati anche gli interessi della nazione". FOTO

Val Susa, i No Tav ora cercano il morto  Su internet: "Adesso vi ammazziamo noi"

Il pericolo riorganizzazione della lotta armata? Secondo i Servizi segreti, che nella relazione 2011 al Parlamento puntano l’attenzione sull’infiltrazione di gruppi eversivi nei grandi movimenti di protesta tipo No Tav, è un rischio da tenere sotto controllo. Ma nella piazza virtuale di internet, e in particolare sul sito di informazione indipendente Indymedia Italia, la chiamata alle armi contro le istituzioni ad ogni livello è già realtà. Solo parole, certo. E tutti post anonimi, alcuni tanto violenti da essere rimossi dal sito (ma spesso sempre raggiungibili attraverso la cache di Google). Ma proclami come quello postato alle 19 e 40 di lunedì, che recita minaccioso, sotto il più che eloquente titolo «Ora vi ammazziamo noi»: «Avete cercato il morto, per l’ennesima volta. La pace è finita. Ora, alla prima occasione, vi ammazziamo noi, porci servi, fascisti e padroni mafiosi, a morte VOI!!!» almeno una certa inquietudine la destano. Un’inquietudine non del tutto infondata, visto che per la terza volta, proprio sulla base di minacce virtuali del genere, il procuratore di Torino Gian Carlo Caselli, un tempo eroe dell’antimafia, adesso uno dei bersagli principali dei no Tav – ieri in Val di Susa è comparsa sui muri la scritta: «Caselli ti ruberemo la salma» – oggi non potrà essere a Milano, al liceo Carducci, a presentare il suo libro La legge è uguale per tutti.
Il tam tam in rete a tema occhio per occhio dente per dente, Luca Abbà gravemente ferito deve essere vendicato, adesso la lotta diventa guerra, è partito sin da lunedì, a poche ore dal tragico volo dal traliccio di Abbà: «Ora Basta!!! – tuona un anonimo alle 13 e 57 – contro le forze di repressione non bastano più i fischietti, i campanacci e le bandiere ma serve il letame intriso di benzina e gasolio, servono le picche i fucili a pallettoni». «ACAB», la chiosa finale del messaggio, giusto per indicare, con l’acronimo inglese che insulta i poliziotti («All cops are bastards»), chi sia il bersaglio da colpire. Chiarisce meglio il senso del prosieguo della lotta in chiave violenta un altro messaggio, postato nel tardo pomeriggio ma poi rimosso dal sito (il link è raggiungibile dal sito del Giornale, www.ilgiornale.it): «L’evento tragico di oggi (ieri, ndr) contro il militante in fin di vita segna la fine di una mediazione che tanto non c’è mai stata. Annunciamo l’avvio della guerra (vera) contro il sistema attuale, contro la cricca mafiosa, golpista e trasversale che ormai ha da tempo, troppo tempo, gettato ogni maschera. Siamo diventati “manichei”: o con noi o contro di noi. Da adesso conterete i VOSTRI (il maiuscolo è del post, ndr) morti, servi o capoccia, vi staneremo... ed è anche MOLTO facile. Ve la siete cercata». E scusate se è poco. Segue il post citato all’inizio, quello delle 19 e 40. Da lì è un crescendo. Di insulti alla polizia. Di insulti a chi timidamente osa difendere i poliziotti, ricordando che nulla c’entrano gli agenti nell’incidente e che sono solo dei lavoratori. Di sospetti sui post, nel timore che si tratti di messaggi ad arte scritti da quelli che con sdegno i fautori della guerra chiamano «sbirri»: «Ecco cosa sono capaci di scrivere – tuona un altro messaggio alle 20 e 31 – i “compagni” falsi e delatori: gridare morte alla TAV ed al sistema può essere fatto solo da guardie e provocatori secondo loro... Altro che DIGOS... Siete PORCI come Caselli e meritate perdere anche sto tram. La guerra al potere mafioso Pd-Pdl-Udc la faranno COME SEMPRE, i Comunisti! Morte alla TAV ed a tutti i suoi “fautori”!».
Guai a contraddirli i duri e puri dei No Tav. L’anonimo che ieri alle 14 e 22 tenta di ragionare e di difendere gli agenti («La strada è quella della legalità e della coerenza – scrive in un lungo post – se esistono le condizioni la magistratura agirà! Ultima cosa: i poliziotti sono lavoratori come noi che cercano di tirare a campare ...non sono il nemico!!») si becca un vaffa... senza appello. Solo insulti: a chi dissente, al procuratore Caselli reo di perseguire le illegalità delle proteste No Tav, e anche ai giornali.

Nel mirino, in particolare, Libero e Il Giornale (ieri bersaglio preferito della rete, anche con un tormentone su Twitter, per il titolo di prima pagina «Solo un cretinetti») presi di mira, su Indymedia, con un sondaggio denigratorio.

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