"Vuol dire un'altra cosa". Così Landini giustifica la "rivolta sociale"

Il numero uno della Cgil non arretra sulla "rivolta sociale" evocata e conferma lo sciopero generale contro la manovra. Poi accusa l'esecutivo Meloni: "È un governo autoritario"

"Vuol dire un'altra cosa". Così Landini giustifica la "rivolta sociale"
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Nessun passo indietro. La parola tregua nel vocabolario del segretario della Cgil, Maurizio Landini, non esiste. In vista della prossima Manovra che l’esecutivo di Giorgia Meloni ha messo in piedi, il numero uno del sindacato rosso rivendica l’appello alla “rivolta sociale”, più volte ribadito alla stessa premier, e prova a giustificarsi: “Significa non voltarsi dall’altra parte rispetto alle diseguaglianze e mettersi insieme per cambiare le cose”.

Niente da fare. Landini non intende deporre le armi. Perfino dopo le ultime manifestazioni violente, dopo i diciannove agenti feriti, i fantocci dei ministri bruciati e le città messe a ferro e fuoco dai gruppi di estrema sinistra. La colpa, ovviamente, non è dei sindacati bensì del governo. Nessun errore di battitura. Questa la logica del capo sindacale: “In questo Paese il terrorismo rosso e nero è stato sconfitto dal movimento dei lavoratori, come il nazismo e il fascismo. Quindi non prendiamo lezioni da nessuno. Oggi chi sta fomentando la situazione è il governo e la sua logica autoritaria. Invece, quando le persone si rivoltano contro le ingiustizie e scendono in piazza nessuno dovrebbe averne paura perché conflitto e mediazione sociale sono il sale della democrazia”.

Insomma, secondo la narrazione firmata Landini, i poliziotti feriti sono la diretta conseguenza di un “governo autoritario”. Poi, a stretto giro, arriva la giustificazione: “Ho richiamato la rivolta sociale per dire alle singole persone di non voltarsi dall’altra parte rispetto alle diseguaglianze e mobilitarsi insieme”.

Ma non basta. Il numero uno della Cgil, insieme alla Uil, conferma una volta per tutte lo sciopero generale del prossimo 29 novembre. “È un governo che ha la maggioranza in Parlamento ma non nel Paese, fa aumentare la povertà e non negozia con chi rappresenta tutti i lavoratori e i pensionati”, spiega. E insiste sul referendum sull’autonomia differenziata, "perché noi questa legge vogliamo cancellarla”.

Il solito venerdì nero in arrivo per i milioni di lavoratori italiani: “Arriviamo allo sciopero generale dopo quello di metalmeccanici, chimici, scuola, trasporti locali e le manifestazioni di pubblico impiego, pensionati e studenti. E dopo una legge di Bilancio e un Piano strutturale che vincola il Paese a 7 anni di austerità”. Con una frase, “lo sciopero va esercitato”.

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