Manovra, torna l'idea del Tfr ai fondi

Riammesso l'emendamento sulle pensioni. Sul tavolo anche le tasse sui bitcoin

Manovra, torna l'idea del Tfr ai fondi
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Sono 79 gli emendamenti alla legge di Bilancio riammessi ieri dalla commissione Bilancio della Camera a seguito del riesame richiesto dopo le dichiarazioni di inammissibilità per circa 1.300 proposte sulle oltre 4.500 presentate. Tra i temi centrali spiccano la riapertura del semestre di silenzio-assenso per conferire il Tfr ai fondi pensione, il trattamento fiscale delle criptovalute e il salario minimo.

Uno degli emendamenti più rilevanti riammessi è quello sulla riapertura del semestre di silenzio-assenso per il conferimento del Tfr a forme di previdenza complementare. La proposta, sostenuta da Lega, Fdi e Noi Moderati, introduce misure per semplificare la scelta tra il mantenimento del Tfr presso il datore di lavoro e il trasferimento ai fondi pensione. La motivazione della riammissione sottolinea la coerenza dell'intervento con le disposizioni sulla previdenza complementare previste dalla legge di Bilancio. L'obiettivo è incentivare l'adesione ai fondi pensione, contribuendo a potenziare il sistema previdenziale privato in un contesto di crescente necessità di integrazione tra pensione pubblica e privata.

Altro tema di grande interesse è quello delle criptovalute. Sono stati riammessi due emendamenti, rispettivamente di Lega (firmatario Giulio Centemero) e Fdi (firmatario Marcello Coppo), che eliminano la no-tax area per le plusvalenze inferiori a 2.000 euro. Tuttavia, per ciascuna cripto-attività posseduta al primo gennaio 2025, il costo d'acquisto potrà essere calcolato assumendo il valore a tale data, con una tassazione sostitutiva del 16 per cento. Questa proposta mira a semplificare il quadro fiscale per le criptovalute, uniformando il trattamento alle altre attività finanziarie. Rimane esclusa, però, la possibilità di finanziare le spese legate a queste misure con il Fondo per interventi strutturali del Mef, elemento originariamente previsto.

Bocciato definitivamente l'emendamento del presidente della commissione Attività produttive della Camera, Alberto Luigi Gusmeroli (Lega), per la rottamazione delle cartelle esattoriali. La proposta garantiva la possibilità di estinguere i debiti risultanti dai carichi affidati agli agenti della riscossione dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2023, senza corrispondere le somme affidate all'agente della riscossione a titolo di interessi e di sanzioni. Prevista anche l'estinzione delle cartelle in 120 rate a partire da luglio 2025.

Riammesso a sorpresa, invece, l'emendamento sul salario minimo, presentato congiuntamente da Pd, M5s e Avs. La norma propone l'introduzione di una retribuzione minima legale, includendo benefici economici per i datori di lavoro che adegueranno le retribuzioni dei dipendenti.

Tra le proposte riammissibili anche una di Forza Italia per rendere impignorabili le risorse del Fondo rotativo, istituito presso il Mediocredito centrale, destinato alla concessione di finanziamenti a tasso agevolato alle imprese esportatrici «a fronte di programmi di penetrazione commerciale in Paesi diversi da quelli delle comunità europee». Recuperati anche due emendamenti, rispettivamente di Noi Moderati e M5s, per consentire ai medici in formazione di svolgere attività libero-professionale all'esterno delle strutture assistenziali.

Mercoledì alle 9 scade il termine per l'indicazione dei segnalati da parte dei

gruppi parlamentari che non dovranno essere più di 600. Circolata anche l'ipotesi di un'ulteriore scrematura a quota 250. Il ministro dell'Economia Giorgetti ha destinato, infatti, 120 milioni alle modifiche parlamentari.

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