Massimo Corsaro, vicecoordinatore regionale del Pdl, arriva da An come Fini e si sente particolarmente titolato a giudicarne le mosse: "I nostri polli li conosciamo da tempo".
Che cosa cambia in Lombardia dopo il discorso di Fini?
"Le dichiarazioni di Fini hanno il merito di aver fatto chiarezza. Credo che a maggior ragione si rafforzi la voce di quanti chiedevano calma e gesso nelle aperture indiscriminate in ottica elettorale a Futuro e Libertà".
Si riferisce solo al sindaco Moratti?
"Il sindaco lo ha detto chiaramente, qualcuno è stato meno chiaro. Ci sono state posizioni di chi, credo in buona fede, ha creduto agli slogan di Futuro e libertà che diceva di volersi consolidare nell’area di governo. Noi i polli li conosciamo da tempo, adesso non c’è più possibilità d’equivoco per nessuno".
Qual è la strategia dei vostri polli?
"Le aperture al Pdl sono solo dichiarazioni di posizionamento politico e culturale per prendere tempo, nella realtà hanno in mente di disseminare di bombe il futuro del Pdl e del governo Berlusconi".
Esclude un’intesa con i finiani per Milano?
"Realisticamente stiamo parlando di uno scenario di maggio prossimo. Magari si saranno candidati contro di noi nel frattempo".
È sicuro che si voterà prima per le politiche che per le comunali?
"Se dovessi fare una scommessa, punterei su questa ipotesi".
Che cosa cambia per le amministrative?
"Se rompi un rapporto politico, non puoi poi andare alle comunali e imbarcarteli. È come alle ultime regionali, quando non abbiamo fatto intesa con l’Udc. Sarebbe altrettanto conseguente rompere con il Fli a Milano se prima andremo separati a elezioni".
Condivide le aperture del sindaco all’Udc?
"Fino a oggi in Lombardia con l’Udc c’è sempre stata una buona sovrapposizione di programmi e di intenti. Alle ultime regionali non abbiamo corso insieme non per assenza di intesa locale, ma per un diktat romano".
E adesso?
"Mi sembra una situazione più semplice: a livello territoriale le intese ci possono essere. Trovo più facile un accordo con l’Udc che con il Fli".
Gli ex esponenti del Pdl passati al Fli dovrebbero dimettersi?
"È una questione di dignità personale. Abbiamo assistito al paradosso di un ministro e tre sottosegretari che hanno rassegnato il mandato al presidente della Camera! Un aborto istituzionale che li dovrebbe far vergognare. A questo punto non mi aspetto neppure dal presidente del consiglio comunale Palmeri il sussulto di dignità che avrebbe dovuto esserci".
Niente da dire sull’assessore Landi?
"È un assessore, vota le delibere della giunta, è diverso. Ma è chi ha un ruolo istituzionale e di rappresentanza che dovrebbe lasciare".
Formigoni ha lanciato un allarme astensionismo. Condivide?
"Condivido che oggi c’è la percezione di un distacco dell’elettorato dalla politica. Noi abbiamo le carte in regola per invertire la tendenza.
Se diamo sviluppo alle cose concrete, la gente capirà.
Che cosa è cambiato in questi mesi?
"Invece della centralità dei problemi e delle cose positive che il governo ha fatto, al centro del dibattito è arrivato il buco della serratura".
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