«Inzaghi? È già ad Atene»

Ancelotti ha il dubbio: «Ma Pippo ci ha salvato a Monaco e fosse per lui...»

nostro inviato a Milanello

Ma Ancelotti ha scelto il Milan di Atene? A leggere il suo faccione disteso, mai attraversato da una nuvola come il cielo di Milanello illuminato da una luce speciale, sembra proprio di sì. Tre sono e restano i dubbi da coltivare fino a mercoledì sera prima di affrontare il Liverpool, tre come le sagome che si affollano intorno allo schieramento classico e annunciato dei berlusconiani. Inzaghi o Gilardino il primo e forse più atteso ballottaggio, seguito dall’esito del recupero di Maldini (Kaladze il sostituto naturale) e dal duello a distanza tra Oddo e Cafu per il ruolo di difensore dell’argine destro. «Loro, gli interessati, conoscono già le mie scelte» manda a dire Ancelotti per stemperare la tensione che sale giorno dopo giorno, come il gran caldo di un maggio indimenticabile. «Ai miei tempi c’era un allenatore che lasciava sul tavolone dello spogliatoio le maglie, i giocatori entravano e si prendevano la loro» il racconto retrodatato di Carletto, forse allude a Liedholm, i romantici tempi di un’altra Roma capoccia.
«Oggi non sarebbe possibile, ci sono i nomi sulle maglie» segnala premuroso e sorride di gusto alla battuta che se contasse la voglia, Filippo Inzaghi «sarebbe già ad Atene per prendere il posto». Verissimo. Conta anche questo, il sacro fuoco. «È la scelta più complicata da fare: uno ci ha portato in Champions da Belgrado, poi ci ha salvato la pelle a Monaco, l’altro ha messo il sigillo alla serata col Manchester» sottolinea Ancelotti che una finale fa ebbe il coraggio di lasciare SuperPippo in tribuna. Le quotazioni attuali sono le seguenti: Inzaghi preferito di una lunghezza a Gilardino, Oddo di una incollatura davanti a Cafu che pure ha una maestosa esperienza in fatto di finali, una collezione unica tra Brasile e Milan. «Spero che gli esclusi capiscano» chiosa alla fine Ancelotti rassegnato all’idea di dover comunque rattristare qualcuno degli esclusi. L’idea della staffetta, tra i due centravanti, è probabile ma non garantita. «Di solito le partite non vanno mai per il verso preparato» si schermisce Ancelotti. «Di sicuro non cambia il gioco della squadra» insiste l’allenatore. Semmai può pesare l’abituine dell’uno e la difficoltà dell’altro a gestire la tensione dell’evento. Meno incerta invece, appare la scelta del partner da schierare al fianco di Nesta (ieri mattina contratto rinnovato fino al 2011), al centro della difesa. Sul conto di Maldini, Carletto riserva note rassicuranti. «Sta lavorando in modo tale da non infiammare il ginocchio» i dettagli concessi. L’appuntamento con Paolo è fissato per lunedì mattina: il capitano dovrà passare attraverso il test dell’allenamento più impegnativo per incassare il sì di medici, prepatori e tecnici.
È pronta, invece, la lista dei rigoristi. In ordine di esecuzione sono: Pirlo (il primo), Inzaghi o Gilardino (il secondo), Nesta (il terzo), Seedorf (il quarto), Kakà (il quinto).

«A Manchester andò bene perché avevamo giocato meglio, a Istanbul eravamo sotto choc per la rimonta concessa agli inglesi» ripete didascalico l’allenatore ricordando ancora qualche suo compagno «sparito all’improvviso», riferimento a Falcao, contro il Liverpool, a Roma. Come si vede, tutto torna.

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