«In Italia la tv più faziosa d’Europa» Masi vuol rivoluzionare i talk show

RomaNiente pubblico fazioso in studio, siamo inglesi. Ma anche francesi, spagnoli, tedeschi. Masi ha portato con sé quel dossier l’altro giorno, nel Cda fiume sulle nuove «regole d’ingaggio» per il talk show in Rai. Titolo del documento: L’informazione nel Servizio pubblico radiotelevisivo: approfondimenti e proposte. Il direttore generale ha commissionato lo studio, per tramite della Farnesina, alle ambasciate italiane all’estero. Obiettivo: dimostrare quanto sia anomala la struttura degli approfondimenti politici in Rai rispetto ai format omologhi nei principali paesi europei (e dunque quanto siano faziosi, per lo più a sinistra, i vari salotti del servizio pubblico italico). Un punto, che poi si è tradotto nel cosiddetto codice Masi, riguarda la presenza attiva del pubblico in studio. Ma non solo quello. Una serie di caratteristiche «patologiche» che farebbero dei programmi politici Rai (da Annozero a Ballarò, ma ora arriva in prima serata anche la Busi con l’aiuto dell’ex magistrato del pool Mani pulite Gherardo Colombo, come da scoop di Dagospia) un caso pressoché unico di faziosità e parzialità, con conduttori schierati, dibattiti che sfiorano l’insulto (e spesso ci arrivano...) e toni da guerra civile.
In Francia, Spagna, Germania e Gran Bretagna «la natura del programma è sempre e dichiaratamente quella dell’approfondimento politico - si legge nella relazione riservata - attraverso il confronto di idee tra esponenti politici di schieramenti diversi. Tale confronto si svolge secondo regole ben definite ex ante; coerenti con i generali principi di pluralismo e di contraddittorio».
La struttura dei programmi politici in tv è molto rigida, spiega Masi, proprio per rispettare l’indirizzo di imparzialità ed equilibrio (da qui forse nasce l’idea delle «schede» per guidare la fattura dei programmi, altro tema del codice Masi). «Questa articolazione - spiega la relazione del dg - non ammette deroghe. Lo scopo non è quello di fare “spettacolo” bensì autenticamente quello di consentire al telespettatore la formazione di un’opinione consapevole; la struttura della trasmissione prevede che la conduzione sia affidata a giornalisti equilibrati ed indipendenti in grado di garantire toni misurati e di evitare eccessi polemici, aggressività verbali e attacchi diretti e personali; la modalità dello studio televisivo non prevede in nessun caso la presenza del pubblico “parte attiva”. La partecipazione del pubblico da casa è, in alcuni casi, prevista attraverso domande poste via telefono o tramite sms».
Segue una descrizione riassuntiva su quel che accade nei canali pubblici in Europa. Ovunque, la presenza del pubblico in studio è o assente o molto limitata. In Francia la formula utilizzata «è quella di agevolare il contatto diretto tra l’ospite in studio e i telespettatori prevedendo l’invio di domande in redazione via e-mail o sms o webcam. In linea generale tale tipo di programmazione è raramente caratterizzata da eccessi polemici, aggressività verbali ed attacchi diretti e personali e non privilegia formati e contenuti che tendono ad esasperare il contraddittorio». In Spagna, «il presentatore svolge un ruolo neutrale facendo rigorosamente rispettare dei turni nel dare la parola ai diversi interlocutori», mentre in Inghilterra «non è prevista la presenza di pubblico in studio». In Germania, poi, «i talk show sono condotti da giornalisti equilibrati ed indipendenti, di cui è difficilissimo decifrare le declinazioni politiche, interessati a documentare nella maniera più incisiva il fondamento delle opinioni a confronti e, se del caso, a far maturare nel telespettatore il proprio autonomo convincimento. Le interruzioni e le sovrapposizioni di voci sono rarissime, le intemperanze e le risse verbali inimmaginabili». Il contrario esatto dell’Italia, si direbbe.

Infatti conclude Masi, «da tale analisi comparata emerge con chiarezza la sostanziale difformità del talk show italiano rispetto a quello dei nostri principali partners europei». Ovvero: inimmaginabile un Année Zéro in Francia o un Sprech mit mir (Parla con me) alla tedesca.

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