Si chiamava Ivan Neparatov e nella sua vita precedente aveva un soprannome che è un programma: il «pazzo». Con i suoi compagni di rapine aveva ucciso almeno cinque persone: una delle sue vittime era stata finita con 88 coltellate. Poi Neparatov (nella foto in alto) era stato catturato, condannato a 25 anni di galera e inviato in un carcere di massima sicurezza. Nelle settimane scorse, a 34 anni, è morto ad Artemovsk, sul fronte del Donbass. Il presidente Vladimir Putin gli ha concesso alla memoria la Medaglia al Merito della Federazione russa.
Neparatov era uno dei detenuti arruolati dall'esercito russo impegnato in Ucraina. A caccia di uomini per rimpolpare le file della truppa le forze armate di Mosca hanno delegato il delicato compito a Sergey Prighozhin, numero uno della Wagner, la milizia mercenaria già protagonista in Siria e in altri teatri di guerra. Secondo le cronache raccolte dai giornali russi pubblicati all'estero i parenti di alcuni detenuti hanno riferito che Prighozhin e i suoi hanno iniziato un tour nei principali penitenziari del Paese (almeno 17 le visite documentate, riferisce il sito Gulagu.net, creato da un dissidente fuggito all'estero). Ai detenuti viene fatta una proposta allettante: sei mesi di servizio in Ucraina in cambio di qualche migliaio di euro (somma enorme per gli standard russi) e una completa riabilitazione. In caso di morte alla famiglia spettano altri 80mila euro. A dire di sì sono stati secondo le stime più prudenti circa 1.500 persone ma secondo un'associazione di volontari che si occupa della situazione nelle carceri, Rus djaschtschaja (Russia dietro le sbarre)sono molto di più: tra le 5 e le 7mila persone.
Il tema, più che mai imbarazzante, fa di tanto in tanto capolino anche sui media ufficiali. Alcune settimane fa, in un talk show televisivo Nikhita Mikalkov, regista famoso e tra i maggiori propagandisti del regime putiniano, celebrò in diretta le gesta di Kostantin Tulinov, ex galeotto che si era fatto saltare in aria proteggendo i compagni con il suo corpo.
Lo stesso Prighozhin pochi giorni fa si è fatto fotografare da un giornale popolare, la Kosmomolskaia Pravda mentre depositava una corona di fiori sotto una croce di legno che ricorda Alexander Romanovstky, altro detenuto caduto in Ucraina. Lui, come tanti altri, perchè pare che i «battaglioni penali» vengano utilizzati per le missioni più pericolose.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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