Un Jurassic park a Monza: dinosauri in carne e ossa nel Parco della Reggia

I dinosauri "invadono" la Reggia di Monza. I carnivori più grandi fino ad oggi conosciuti, come il tirannosauro e lo spinosauro, saranno in mostra nel suggestivo Parco

Un Jurassic park a Monza: dinosauri in carne e ossa nel Parco della Reggia

Sono arrivati. Apre al pubblico la mostra Dinosauri in Carne e Ossa. Scienza e arte riportano alla vita i dominatori di un Mondo perduto che si sviluppa tra le eleganti e suggestive stanze di Villa Mirabello e il Parco della Reggia di Monza (guarda qui).

Curata da Stefania Nosotti e Simone Maganuco e promossa dall’Associazione Paleontologica, la mostra gode inoltre del supporto di un autorevole Comitato scientifico, in cui spicca il nome di John "Jack" Horner, paleontologo del Museum of the Rockies in Montana, già ispiratore e consulente scientifico del film cult Jurassic Park. A distanza di milioni di anni oltre 40 rettili, mammiferi e anfibi preistorici si mostrano, fino al 28 luglio, in tutta la loro imponenza. Il nucleo centrale di Dinosauri in Carne e Ossa, infatti, è costituito dai modelli, tutti in grandezza naturale, di dinosauri e altri animali preistorici, ricostruiti nell’aspetto che dovevano avere in vita milioni di anni fa. Per realizzare le riproduzioni, paleontologi professionisti sono partiti dallo studio dei fossili per poi seguire personalmente le varie fasi di esecuzione delle sculture fino alla rifinitura in dettaglio.

Dinosauri a grandezza naturale

In mostra vi sono i carnivori più grandi fino ad oggi conosciuti, come il tirannosauro e lo spinosauro (alti più di 5 metri), e i dinosauri italiani soprannominati "Ciro" (Scipionyx samniticus), un piccolissimo cucciolo di carnivoro lungo appena una cinquantina di centimetri, e “Antonio” (Tethysadros insularis), un erbivoro delle dimensioni di un bovino. Tra i non dinosauri ricordiamo l’anurognato, un rappresentante di piccola taglia dei rettili volanti che dominavano i cieli al tempo dei dinosauri, il più grande mammifero terrestre conosciuto, l’indricoterio, e le specie di mammiferi (molto più recenti di indricoterio) che hanno ispirato i personaggi del film di animazione L’Era Glaciale: il mammut lanoso (Manny), il bradipo terricolo nordamericano (Sid) e la tigre dai denti a sciabola (Diego). Il minuscolo cronopio, pressoché identico a un altro protagonista del cartoon, il topo-scoiattolo Scrat, è invece un mammifero vissuto al tempo dei dinosauri che è stato scoperto dopo l’uscita del film: Scrat infatti era un personaggio di pura fantasia e la recentissima scoperta, nel 2011, dei resti fossili di un animaletto che gli somigliava come una goccia d’acqua ha lasciato di stucco i paleontologi.

Una traccia dai nostri "antenati"

Un’altra storia affascinante proveniente dal passato è raccontata da un cranio attribuibile al genere Homo ritrovato in Spagna (Homo heidelbergensis). Studiandolo i paleoantropologi hanno compreso che l’individuo cui il cranio apparteneva, battezzato affettuosamente "Miguelón", morì di una setticemia causata dalla rottura di un dente. Il volto di Miguelón, ricostruito in modo iperrealistico da un artista sulla base di questi studi scientifici, è uno dei capolavori in mostra. In un viaggio a ritroso nel tempo la mostra dedica spazio ad alcuni tra i primi vertebrati (animali acquatici simili a pesci e pesci veri e propri), anfibi e altre creature a quattro zampe che tentarono per prime la conquista della terraferma. E ancora dall’acqua all’aria per scoprire epoche in cui i cieli erano dominati da insetti enormi, e la terra popolata da altri giganteschi invertebrati come artropleura, simile a un millepiedi dal peso di 20 chili lungo più di un metro.

Un "tuffo" nel paleoacquario

Una sezione della mostra ospita il paleoacquario, un progetto sperimentale che utilizza le nuove tecnologie del virtuale grazie alle quali è stato possibile ricostruire dei "mostri marini" mesozoici: animali acquatici ormai scomparsi sono ricostruiti virtualmente al computer e collocati in una vasca immaginaria in cui si muovono e interagiscono tra loro. L’arco di tempo rappresentato dai modelli in mostra va da più di 400 milioni di anni fa, fino ad oggi: l’ultimo esemplare di tilacino, uno degli animali estintisi in epoca storica ricostruiti in mostra, morì infatti in uno zoo nel 1936. E per chi si chiede come è stato possibile realizzare in maniera così perfetta e articolata esemplari così complessi ecco la sezione making of grazie alla quale il visitatore viene accompagnato dietro le quinte dell’esposizione per scoprire i segreti degli artisti. Si parte dalla progettazione per arrivare alla realizzazione dei vari modelli, gli studi scientifici, i materiali utilizzati, il procedimento da seguire, le professionalità diverse impegnate in un lavoro estremamente affascinante.

Scienza e arte, insomma, si uniscono per dare vita ad uno spettacolo unico capace di affascinare non solo i più piccoli, ma anche i grandi. In maniera divertente, infatti, i ragazzi, così come gli adulti, imparano a conoscere chi ha abitato la Terra prima di noi, ma anche a toccare con mano il lavoro dei paleontologi.

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