La Juve ferma la corsa dell'Inter

I campioni d’Italia vanno in vantaggio ma sprecano troppo e falliscono il raddoppio. Ranieri toglie Del Piero e inserisce Camoranesi che firma il pareggio

La Juve ferma la corsa dell'Inter

Torino - Tanto tuonò che non piovve. Ora che tutto il calcio nostro si è tolto il dente, e qualcuno anche il dolore, che rimarrà di Juve-Inter? Un pareggio che fa bene alla Juve e non fa male all’Inter. Un risultato che non metterà pace, ma lascerà ad ognuno il suo. All’Inter scudetto e testa della classifica. Alla Juve la voglia di far male ancora e di non mollare niente, perché la squadra di Mancini non è poi così devastante come vorrebbe far credere. Pari argentino, nel senso dei goleador (d’accordo Camoranesi è un italiano d’Argentina, ma la scuola è quella) comunque due fra quelli che contano e sanno contare quando serve. Partita con qualche emozione, qualche dubbio (rigori visti e non visti), applausi finali e naturalmente fischi per l’Inter. Tutto come da copione.
Mancini non si è negato il colpo a sorpresa ed ha visto bene: i suoi rapporti con la scaramanzia devono essere ottimi. Il gol di Cruz, uno dei tanti con i quali il gringo ha fatto venire i nervi alla Juve ed ai suoi tifosi, è stata la chicca del primo tempo. Comunque lo squillo che ha svegliato tutti da quel certo torpore, tipico delle partite da cui ti aspetti tanto, salvo veder sortire il solito topolino. Il tifo juventino, ad eccezione della sgradevole improvvisata fuori dello stadio, si è mantenuto nei canoni del buon senso. L’Inter si è presentata sul campo un po’ rattrappita, la Juve vogliosa, ma con limiti che solo la buona volontà può nascondere. Inter molto classica anche nella formazione, Juve con il guizzo d’orgoglio che ha suggerito l’innesto di Palladino, in attesa di Camoranesi. E se la Juve nel primo tempo non è stata proprio pericolosissima, altrettanto si può dire dell’Inter: Ibra ha vagato senza meta, Cruz ha preparato i suoi agguati, ora con un colpo di testa, ora con una conclusione maldestra.
I difensori nerazzurri hanno evitato le buone maniere, tanto che Del Piero non deve aver gradito l’accoglienza di Cordoba prima, Chivu poi. Trattenute da indurre l’arbitro alla tentazione del rigore. Ma così non è stato. Ed allora, per tutto un tempo, l’Inter ha cercato di far muro a centrocampo per quanto la Juve ha cercato di inventarsi qualcosa. In concreto la Juve ha giocato calcio più spontaneo, l’Inter più attendista, con quel pizzico di veleno che potesse avvicinarla alla porta. Impresa non facile per nessuno. Trezeguet non si è nascosto, ma nemmeno ha ricevuto palloni degni del suo marchio di qualità. Del Piero ci ha provato con una punizione, respinta da Julio Cesar con lo stile goffo di un pallavolista. La gente nerazzurra, invece, è finita così tante volte in fuorigioco da rischiar figura da pivelli.
L’Inter ha atteso fino al minuto 40 per trovare il corridoio del «prego s’accomodi» creato dai difensori centrali juventini: quello strano incrocio fra Chivu e Del Piero in area ha fatto smarrire l’attenzione bianconera, affannata sul rilancio nerazzurro e dall’assist di Cesar per Cruz: il gringo silenzioso non ci ha messo niente ad infilarsi fra i malcapitati e spedire in gol, come se la storia cominciata con il Feyenoord (il suo primo gol pesante alla Juve) non finisse mai.
Da quel momento l’Inter si è fatta più sicura, decisa ad inseguire il raddoppio e la Juve meno tranquillizzante. Ha segnato Cambiasso (punizione di Chivu, tap-in sulla respinta di Buffon), ma era in fuorigioco. Ibra ha ricominciato a scandagliare l’area, ma senza fortuna: una spinta di Chiellini valeva qualche dubbio, una parata di Buffon una disillusione.
Partita giocata senza eccessiva durezza, ma nemmen da cavalieri e così Figo si è fatto azzoppare da Nedved. Mancini si è trincerato con Burdisso in mezzo al campo (bah!), ha cercato velocità da Suazo (al quale Buffon ha subito risposto con un paio di parate doc). Invece la Juve ha chiesto spinta d’attacco a Iaquinta (ben ripagata), ricevuto certezze, e un gol, da Camoranesi. Nel mezzo un gesto di cavalleria di Ranieri che ha evitato una ammonizione a Julio Cesar, spiegando al quarto uomo che il portiere aveva ritardato una rimessa per attendere il rientro di Molinaro in campo. La panchina dell’Inter ha ringraziato.


Poi, nel giro di pochi minuti, il portiere interista ha sventato l’unica occasione da rete capitata a Trezeguet. Subito il pareggio: palla finita dalla testa di Iaquinta sul piede di Camoranesi, leggero tocco di Samuel ad agevolare il gol. E così tutti felici e scontenti.

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