Kakà rianima l’Old Milan, ma non sbanca Old Trafford

Champions semifinale d'andata amara per i rossoneri. Il brasiliano con una doppietta illude i rossoneri in vantaggio a metà partita, ma nella ripresa Rooney si scatena e impone la legge del Manchester. Vincono i Red Devils 3-2, mercoledì prossimo il ritorno a San Siro

Kakà rianima l’Old Milan, 
ma non sbanca Old Trafford

Manchester - Manchester all’ultimo affondo. La sconfitta, di misura, sembra quasi una beffa per il magnifico Milan ammirato nel primo tempo e forse lo è. Ma è la conferma della forza d’urto dell’attacco inglese e anche della incredibile occasione persa dai berlusconiani all’Old Trafford. La qualificazione torna in bilico dopo essere stata per un bel pezzo dalla parte del Milan. Kakà domina per un’ora la scena, in modo regale, Rooney lo oscura nell’ultimo tratto della sfida, quando Maldini abbandona il fortino rossonero, Cristiano Ronaldo resta ai margini rinchiuso in una gabbia. Troppi e importanti gli errori commessi da Dida e dal Milan della ripresa, impoverito dagli acciacchi di Maldini e Gattuso.

Chi pensa che il recupero del portiere brasiliano sia da considerare una buona notizia per il Milan e il suo popolo, deve cambiare idea presto. Molto presto, purtroppo. Appena c’è un angolo dalla traiettoria velenosa (Giggs l’autore) procurato da una strepitosa opposizione di Nesta a Rooney, il perticone brasiliano ne combina una delle sue: prima si lascia anticipare di testa da Cristiano Ronaldo, quindi, nel vano e goffo tentativo di recuperare, ricaccia in rete la palletta del vantaggio inglese. Così il Manchester si ritrova davanti la semifinale spianata, in una condizione tattica ideale. Sull’argine destro Oddo balbetta, Gilardino non tiene una biglia che una tra i piedi ma il resto del Milan ha la maturità e l’esperienza per uscire dalla curva a gomito della prima frazione. La prima mossa è quella di rallentare il ritmo per evitarsi i contropiedi micidiali di Cristiano Ronaldo, nel frattempo spedito a destra visto che dalla parte di Jankulovski non passa. La seconda è quella di tenere la squadra stretta in un pugno e di chiedere ai due gladiatori di centrocampo, Ambrosini e Gattuso, lo straordinario impegno per costruire una gabbia intorno al portoghese e partire in pressing. La terza, decisiva, è quella di allargare la metà campo dell’United e di scavare il valico dove scatenare la velocità di Kakà. A metà tempo, l’uno-due folgorante, è realizzato in comproprietà tra Seedorf e Kakà. Il campione brasiliano, nell’allungo prodigioso, disperde Heinze e trova l’angolo lontano di Van der Sar.

Con una difesa improvvisata e un centrocampo inedito, il Manchester resta intontito per un po’, si rianima appena Cristiano Ronaldo si libera al tiro dal limite (qui Dida, ancora impreparato, respinge in modo sciatto). È una fiammata, domata dalla schiuma del secondo contropiede classico del Milan, azionato addirittura da un rilancio di Dida: saltano in tre contro Kakà e gli consentono prima di conquistare palla, poi si scontrano tra loro spalancandogli l’area. E Kakà non è certo il tipo da perdere l’occasione della vita: inchioda Van der Sar con un destro a girare dal limite e scolpisce il nono centro in Champions league.

Nella ripresa il Milan comincia a perdere i pezzi: Maldini (tenuto insieme con lo scotch) si arrende all’intervallo, al suo posto interviene Bonera, più tardi, il leone Gattuso, ferito alla pianta di un piede, deve uscire rimpiazzato da Brocchi. La differenza si vede e si coglie quasi al volo, nonostante l’incoraggiante segnale di vitalità offerto dalla coppia Seedorf-Kakà. Appena Rooney si libera dei ceppi di Nesta, l’United trova il pareggio che ridà voce all’Old Trafford. L’iniziativa, benemerita, è di Scholes, palla alzata sopra la testa della difesa, l’affondo di Rooney su cui l’opposizione di Nesta niente può, ancor meno il timido tentativo di Dida chiamato più avanti, sul 2 a 2, a meritarsi qualche applauso (deviazione su stoccata di Fletcher, dal limite dell’area).

La vita, per il Milan, diventa un inferno negli ultimi quindici minuti. Qualche fallo di troppo (Bonera, Ambrosini, Brocchi) consentono al Manchester di guadagnare campo. Ancelotti chiude addirittura senza Gilardino, con Kakà centravanti e non certo per organizzare un catenaccio fuori tempo massimo. No, è che Gilardino è una pedina persa e Gourcuff ha almeno qualche energia in più.

Fatale risulta il recupero della sfida, quando Brocchi perde una palla da strozzarlo: il contropiede Giggs-Rooney taglia a fette la difesa del Milan sbilanciato in avanti e Dida sul palo fa il resto, restando di sale sulla stoccata di Rooney. E il Milan, dall’impresa sfiorata, torna a casa con un pugno di mosche in mano.

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