Kate Bush, torna la fata del pop Ha vissuto 12 anni su un’isola

A novembre uscirà il cd «Aerial». Il successo degli anni ’70-’80 le frutta ancora 1,5 milioni di euro l’anno

da Milano

Ma lo sapete che Kate Bush era diventata quasi un modo di dire? Tra i cantanti, tra quelli di una certa età almeno, dire «non faccio mica come Kate Bush» significava escludere la possibilità di sparire, di eclissarsi, di farsi vedere solo ogni tanto. Bene, ora Kate Bush, inglese classe 1958, torna dopo dodici anni di esilio volontario e lo farà col botto. Da ieri il suo nuovo singolo King of the mountain è scaricabile su Internet (ma solo negli Stati Uniti e in Canada) e sarà in vendita in tutto il mondo tra meno di un mese. E il ciddì Aerial uscirà il sette di novembre, con prevedibile squillo di trombe promozionali. D’altronde lei è quella di Wuthering heights (1978) e di Babooshka (’80), la prima donna inglese ad essere andata al numero uno della classifica, la cantante-attrice che nell’unica tournée della sua vita, nel 1979, si cambiava 17 volte d’abito e faceva del suo spleen artistico, gelido e sofisticatissimo, un biglietto da visita che piaceva alla gente che piace (come a Dave Gilmour dei Pink Floyd, che le fece firmare il contratto a 17 anni). Dopo un lento appannamento, con qualche alto e basso e persino un ingresso nella Top 30 americana, nel 1993 Kate Bush ha pubblicato l’ultimo ciddì Red shoes e poi arrivederci. Ma che cosa ha fatto dopo? L’unico problema da escludere è stato quello economico: secondo alcune fonti, guadagnerebbe tuttora quasi un milione e mezzo di euro all’anno per i diritti d’autore. Giusto qualche mese fa Peter Gabriel raccontava: «L’ho sentita da poco. Ha avuto un figlio, sua madre è morta e credo che queste due cose l’abbiano tenuta occupata. La musica per lei è passata da una cosa a tempo pieno ad una cosa part time. So che sta per finire un nuovo disco». Di sicuro si sa che ha impiegato molto a farlo, almeno rispetto alle abitudini del settore: due brani orchestrali di Aerial sono stati registrati negli studi Emi di Abbey Road a Londra nel 2003 e alla registrazione ha partecipato anche il direttore Michael Kamen, che è scomparso due anni fa. E che il nuovo ciddì di Kate Bush sia il frutto di una lunga riflessione, profonda e indispensabile, lo dimostra anche un piccolo gesto: la copertina del singolo King of the mountain è stata disegnata da suo figlio Bertie, di sette anni. Insieme vivono su di un’isoletta del Tamigi nella contea di Berkshire e i giornali hanno saputo della sua nascita quando lui aveva quasi due anni. A questo bambino, sicuramente, si deve l’ispirazione di tanti brani del nuovo album (che sarà doppio).
Così, dopo dodici anni di lontananza, Kate Bush torna sulle scene. Non si sa ancora se farà concerti per supportare il disco o se, come il suo solito, se ne rimarrà sull’isoletta lontano dal mondo. Comunque ci sarà entusiasmo.

A festeggiare (o forse no) sarà anche John Mendelssohn così tanto tifoso della cantante da scrivere Waiting for Kate Bush, un romanzo nel quale il protagonista rimanda il suicidio per poter ascoltare il nuovo disco della popstar. Le canzoni di Aerial lo obbligheranno a cambiare il finale.

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