Klimt, sinfonie visive nel segno di Beethoven

Klimt, sinfonie visive nel segno di Beethoven

Chi fosse davvero Gustav Klimt lo sanno in pochi e vale la pena di parlarne per meglio comprendere l'esposizione inedita che ospiterà lo Spazio Oberdan della Provincia di Milano a cura di Annette Vogel in occasione del 150esimo anniversario della nascita di Klimt. L'esposizione è corredata da quattordici disegni originali relativi al famoso affresco custodito in una sala del Palazzo della Secessione di Vienna che ruotano intorno allo straordinario Fregio di Beethoven. Il Fregio lungo 34 metri sviluppato su tre pareti del Palazzo della capitale austriaca, fu dipinto da Klimt nel 1902 in occasione della XIV mostra del Movimento secessionista. L'esposizione è stata pensata come cornice per la grande scultura in marmo policromo di Max Klinger dedicata al compositore tedesco. Un percorso divulgativo che si apre con i manifesti originali della Secessione viennese realizzati anche da Koloman Moser, Alfred Roller, Ferdinand Hoedler e Leopold Stolba per le singole esposizioni del Movimento. La mostra allestita allo Spazio Oberdan da domani fino al 6 maggio promossa dalla Provincia di Milano ruota intorno ai 150 anni della sua nascita ed è accompagnata da un sapiente catalogo edito da Skira (chiusa solo il lunedì), organizzata da Alef cultural project managment in collaborazione con la Sabarsky Collection New York di Berlino.La diffusione degli stilemi essenziali dell'Art Nouveau e dello Jungendstil con i suoi tratti ondulati e sinuosi, dove compare spesso l'oro vogliono comunicare eleganza, leggerezza ed elasticità; in quella libertà espressiva c'è tutta la rapida scesa di una tecnologia industriale. Lo stile è ornamentale e funzionale sia anche negli edifici che nell'arredo o negli oggetti. Oldrich, Gaudì, Morris disegnano architettonici, mentre Otto Wagner decrive la faccia mondana e garbatamente ironica di un mondo e di una classe sociale che sta cambiando. Il capo del gruppo dei secessionisti è il viennese Gustav Klimt (1862-1918), artista colto, sensibile e raffinato fino alla morbosità ma anch'esso legato alla sua formula decorativa, piena di implicazioni simbolistiche. Consapevole della lenta e ineluttabile decadenza della società di cui si sente l'interprete, fino ad associare l'arte del bello alla decadenza. La forma si trasforma in sostanza per poi morire. Il suo pensiero va all'arte bizantina, splendida ed esangue.
Il declino di un impero che si sfalda... questo e altro è stato Klimt e chi meglio di lui poteva affrontare un altro grande, Beethoven e ruotare intorno al suo «fregio». Milano è la prima città che festeggia i 150 anni dalla nascita del grande viennese, con quindici disegni originali correlati al famoso affresco custodito, come già avevamo detto, al Palazzo della Secessione di Vienna. Il percorso espositivo curato da Annette Vogel si apre con i manifesti originali della Secessione realizzati tra gli altri da Koloman Moser, Alfred Roller, Ferdinand Hodler e si chiude con le singole Esposizioni del Movimento appartenenti alla Fondazione Salce. Completano la mostra accompagnata da un bel catalogo di Skira alcuni numeri della celebre rivista «Ver Sacrum», lo strumento più alto realizzato dagli artisti della Secessione, custode della «...poetica dell'arte totale» (gesamtkunstwerk).

Un team di scenografi e decoratori darà vita alla riproduzione del celeberrimo «Fregio di Beethoven in scala 1:1. Il fregio sarà posizionato in una sala in cui risuoneranno le note della Nona sinfonia di Ludwig van Beethoven.

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