È il simbolo della fedeltà coniugale. Ha aspettato per venti lunghi anni il ritorno del marito, impegnato nella guerra di Troia. Parliamo di Penelope, moglie di Ulisse e madre di Telemaco. A un certo punto però, può succedere che anche le formiche, nel loro piccolo, perdano le staffe. Così accade alla paziente Penelope. Dopo più o meno tremila anni di silenzio, perfino lei sbotta. Accade in La trama di Penelope di Patrizia Monaco, regia di Caterina Costantini, uno degli undici monologhi che compongono la rassegna «Donne damore» a cura di Virginia Barrett e Carlangelo Scillamà, da oggi al 18 ottobre alla Sala Teatro Planet. Liniziativa è tutta al femminile: non solo le autrici sono donne, ma anche regia, scenografia, costumi, musiche, fotografie e luci di scena sono affidati al «gentil sesso». Gli interpreti sono quasi tutti donne, a parte il personaggio di Ulisse e pochi altri. «Lobiettivo non è settario - precisa Virginia Barrett, regista, membro della Commissione Enap autori drammatici e ideatrice della rassegna con Scillamà - ma è di far conoscere la realtà della scrittura teatrale femminile: le autrici in cartellone sono affermate a livello nazionale, ma la nuova drammaturgia è tuttora in gran parte in mano agli uomini». Ecco allora Penelope, tessitrice infaticabile (interpretata da Vita Rosati), che sceglie di dire la sua e raccontare dall'aldilà come sono andate le cose. Cè rabbia nelle sue parole, al pensiero che lamato Ulisse ha vissuto mille avventure ed è stato in altrettanti letti. Il monologo è tratto dal racconto Penelopiad di Margaret Atwood. «I temi sono tanti - aggiunge la regista - si va da drammi come lanoressia, affrontata da Anna Cantagallo, esperta del problema, in Grammi damore, alla pratica dellinfibulazione, raccontata da Luciana Luppi nellOffesa, al mobbing, reso da Patrizia Parisi in Eva. Non manca la comicità, ad esempio nella Sceneggiata di Lilli Maria Trizio, in cui la protagonista cerca il principe azzurro in ben tre uomini, molto diversi luno dallaltro». Il ricavato delle serate servirà a finanziare la Casa Laboratorio per le donne del villaggio di Chibumagwa, in Tanzania, creato da suor Carmina Marsano per promuovere il lavoro femminile in una zona di estrema povertà, dove vivono molte ragazze madri.
Donne damore, che punta a diventare un appuntamento annuale e che a dicembre sarà proposto in veste internazionale, con testi di autrici straniere, ha il patrocinio della Camera dei deputati.Sala Teatro Planet, via Crema 14, ore 21 (domenica ore 18). Ingresso gratuito (offerta libera per il progetto di beneficenza).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.