L’eleganza maschile? È una scienza del dettaglio

Smoking con revers in cristallo per Stefano Ricci, tuta al posto dell’abito per Allegri. Harry & Son’s contesta il «Codice da Vinci» con una camicia ispirata a San Nicola. E l’innovazione è tutta per i jeans

Daniela Fedi

da Firenze

La scienza del particolare è l’ultima frontiera dell’eleganza maschile. Ecco perché le cose più interessanti viste a Firenze dove si conclude oggi l’edizione numero 70 di Pitti Immagine Uomo, dimostrano una ricercatezza nuova che prende le distanze dai troppi sensazionalismi collegati alla moda. Il bello è che non sono mancati i momenti di grande stravaganza, ma per fortuna stavolta tutto ha fatto rima con eleganza, perfino l’idea di stampare in digitale sulle camicie di Marchand Drapier (piccolo e prezioso marchio sartoriale francese) una serie di foto porno degli anni Trenta. «È un’idea politicamente scorretta, ma divertente: le figure digitalizzate si riconoscono a malapena» ha detto lo stilista Benoit Carpentier, membro di una famiglia che da 5 generazioni si occupa di drapperia.
Originale ma a ben guardare normalissima la strepitosa tuta creata da Viktor & Rolf per Allegri in alternativa al solito completo giacca e cravatta. Dello stesso segno l’idea di Stefano Ricci che ha creato uno smoking con i revers in polvere di cristallo tritato e alcune cravatte tempestate da 10.400 Swarovski. «Costano 4000 dollari l’una e sono limited edition, ma Elton John ha già prenotato uno dei 10 pezzi ordinati dal department store americano Neiman Marcus» ha detto Ricci, gran maestro del lusso maschile che vanta clienti in tutto il mondo ma solo tra chi può contare su conti in banca da capogiro. È questo il target su cui punta Borsalino per il più bello dei suoi cappelli: un panama in palma intrecciata dell’Ecuador (si chiama Collaudarita Palmata e costa un botto) prodotto in mille esemplari all’anno.
Anche il designer bresciano Luca Roda vende le sue cravatte ad una sfilza di personaggi celebri se non miliardari: da Bertinotti a Fini, dal primo ministro francese De Villepin all’imperatore del Giappone. «La vita è fatta di dettagli» sostiene lo stilista. E al Pitti ha presentato una semplice cravatta stretta in filo di cotone tricottato ma nelle stesse nuanches cromatiche della pochette, delle calze e della rigatura di un abito Principe di Galles.
Se l’imperativo di Roda è coordinare con gusto, quello di Boglioli (un altro marchio pensato e prodotto nei dintorni di Brescia) è semplificare. Infatti nello stand c’erano oltre 2000 ganci di plastica incollati alle pareti e un’unica giacca bella da morire: in seersucker (la leggerissima tela estiva che di solito si usa per le camicie), totalmente sfoderata pur essendo intelata, cioè costruita come un capo d’alta sartoria. «Oggi per vincere la guerra sul mercato bisogna fare in modo speciale i prodotti normali: l’eccentricità può far parlare sul momento, ma non paga nel lungo periodo» conferma Anna Maria Fuzzi, titolare dell’omonima azienda di Cattolica che tra l’altro produce i marchi Fiume e Nanibon. Ecco quindi le belle maglie con gli splendidi colori come visti attraverso un vetro appannato (Fiume) e i pantaloni con spruzzature aerografate (Nanibon) che creano un effetto mimetico senza alcun disegno camouflage. A proposito di stampe speciali quella creata da Harry & Son's merita la palma dell’attualità perché tenta di vanificare le teorie del Codice da Vinci di Dan Brown. L’azienda pugliese ha infatti stampato su una semplice camicia bianca la leggenda del Santo Graal nascosto nella basilica di Bari dove sarebbe stato trasportato dalla Turchia insieme con le reliquie del Santo da una spedizione di 62 marinai nel 1087. Scritto al contrario proprio come faceva Leonardo con i suoi codici, il segreto di San Nicola può essere letto solo mettendosi davanti allo specchio.
Comunque a far la parte del leone per ricerca e innovazione anche stavolta è il mondo del jeans. Quelli di Super Rifle sono prima spalmati d’olio e poi tinti. Quelli di Kohzo Denim sono completamente naturali, lavati con le conchiglie, oppure immersi per 30 volte a mano nelle vasche di terracotta piene di frutti del caco come facevano i monaci buddisti nell’800. I jeans più belli in assoluto sono firmati Blue Blood, marchio controllato da Guru, griffe-fenomeno che fa capo a Matteo Cambi.

Tramato al contrario per farlo diventare più morbido, rasato prima e cotto al forno poi, tinto con l’indaco scuro dentro e fuori, il denim di Blue Blood è talmente pazzesco che i consumatori possono comprare 7 paia di jeans completamente diversi per indossare ogni giorno della settimana una nuova versione della stessa, magica tela.

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